Tutto invariato in vetta, mentre si complica la lotta secondo posto per il Milan, e infuria la lotta Europa League con quattro squadre in quattro punti
La 31esima di serie A si apre con la sfida tra JUVENTUS e PESCARA, che termina per 2 a 1. Partita a senso unico quella dello Juventus Stadium, con i padroni di casa che impongono sin dal primo minuto il proprio gioco sull’avversario, con i tre di mediana che si alternano con pericolosi tagli tra le linee, cercando il tiro o l’assist vincente per gli attaccanti, e gli esterni, che attaccano con continuità, mettendo cross a ripetizione per le due punte che non danno riferimenti agli avversari, scambiando velocemente palla, con rapidi uno-due che li portano spesso a concludere. Numerose le occasioni da rete, prima con Giaccherini, che su cross di Lichtsteiner colpisce al volo, chiamando Pelizzoli a una gran parata, poi Giovinco, il cui tiro ravvicinato viene fermato dall’ottimo intervento del portiere abruzzese, ed ancora Vucinic, Vidal e Quagliarella, le cui conclusioni vengono sventate da Pelizzoli, che compie parate decisive per la sua squadra, che si difende in 10, non riuscendo né a colpire di rimessa, né a cercare la rapidità di Sculli e Caprari. Il secondo tempo non cambia, con la Juve che alza maggiormente la pressione sugli avversari, con Pelizzoli, che dopo altri grandissimi interventi - in particolar modo su una conclusione ravvicinata di Quagliarella - è costretto a capitolare, su calcio di rigore, per fallo di Rizzo su Vidal, con Vucinic, che dal dischetto, realizza l’1 a 0, a cui fa seguito, poco dopo, la seconda rete personale, con un potente destro dall’interno dell’area. Dal canto suo, il Pescara trova la rete del 2 a 1 con Cascione, con un magnifico sinistro che si infila sotto l’incrocio dei pali, per la meritata vittoria finale dei bianconeri.
Si conclude per 2 a 2 la sfida tra BOLOGNA e TORINO. Partita tra due squadre in salute, con un chiaro copione tattico, con il Toro che, con rapidi fraseggi a centrocampo, cerca di ribaltare velocemente il fronte d’attacco, aprendo il gioco sui rapidi esterni per creare superiorità numerica, oltre a cercare, con rapide verticalizzazioni, i tagli delle punte alle spalle della difesa. Il Bologna, dal canto suo, si affida alle geometrie di Diamanti, che oltre a farsi pericoloso su calcio piazzato, svaria per tutto il fronte di attacco, nel tentativo di trovare l’imbucata vincente per i compagni e servendo sul movimento i terzini nelle loro numerose sovrapposizioni, con cross a cercare la testa di Gilardino. Prima occasione per Diamanti, che angola di poco fuori una punizione tagliata, poi è Cerci, su una bella azione di rimessa, a impegnare Curci in angolo con un bel sinistro, a cui fa seguito, poco dopo, su un’altra azione dagli esterni, la rete dell’1 a 0, con Santana che cerca il destro a giro, con Curci che devia malamente, facilitando l’appoggio in rete di Barreto. Nella ripresa, il Bologna, che negli ultimi minuti di gara aveva tentato la reazione, attacca con più intensità, con i terzini che spingono maggiormente sulle fasce, e i centrocampisti, che si inseriscono con più continuità in zona offensiva. E’ prima Diamanti a trovare Gila, il cui colpo di testa è però alto, con il Toro, che non rinuncia a contrattaccare, nonostante la pressione felsinea, e a rischiare di far male sulle ripartenze, con Meggiorini, autore di un bel tiro, deviato in corner. E’ poi Kone, che su bel cross di Morleo, trova l’inzuccata vincente dell’1 a 1, con Garics che, liberato due volte al tiro sull’esterno, tenta due conclusioni, che terminano però a lato. Il cambio di Guarente di Pioli è azzeccatissimo: è infatti il centrocampista, a pochi minuti dal termine, a trovare su respinta sporca della difesa, un gran sinistro, che si insacca imparabilmente alla sinistra di Gillet, che sembra chiudere il match. Il Toro tenta la disperata reazione finale, con il neo entrato D’ambrosio, che al 93esimo, salta un uomo, rientra sul sinistro e pennella un tiro cross che trova la deviazione vincente di Bianchi, per l’ormai insperato 2 a 2 finale, che per quello che si è visto in campo, pare giusto.
Termina per 2 a 2 la sfida Champions tra FIORENTINA e MILAN. Primo tempo di marca rossonera, con l’ex Montolivo padrone del centrocampo, che da velocità alla manovra, smistando bene la sfera, con gli esterni bassi, attenti in fase difensiva ed incisivi in quella offensiva, con le mezz’ali che bloccano le fonti di gioco viola, oltre a farsi trovare tra le linee, con pericolosi inserimenti. Dopo pochi minuti, Pizarro si addormenta in mediana, gestendo malamente il pallone, con Montolivo abile a sradicarglielo dai piedi e a colpire l’incolpevole Viviano sul primo palo, per l’1 a 0. I rossoneri sono di nuovo pericolosi con il sinistro di Muntari e un colpo di testa di El Shaarawy, con l’unica pecca di non servire molte palle giocabili a Balotelli, con il faraone e Boateng che faticano ad incidere. La viola tenta comunque una reazione con giocate personali a firma di Pasqual, pericoloso su calcio piazzato, e alcuni scambi tra Ljajic e Jovetic, con il montenegrino che impegna seriamente Abbiati, con i minuti finali caratterizzati dalla controversa espulsione di Tomovic, per una gomitata su El Shaarawy. La ripresa vede però i viola produrre la reazione, con un differente atteggiamento tattico, una miglior gestione del pallone dagli uomini chiave del centrocampo, e maggior ricerca di spazio sugli esterni e sulla trequarti, così da sfruttare l’abilità in dribbling e in uno contro uno dei propri giocatori. I padroni di casa lasciano però inevitabilmente campo agli avversari, con Flamini, che prima è fermato da un gran Viviano (che respinge un suo potente destro ravvicinato) e poco dopo, è abile ad attaccare il primo palo e a trovare la deviazione vincente su cross di Montolivo per il 2 a 0 che sembra chiudere la partita. Invece, la Fiorentina, si accende tutto ad un tratto, e complici le disattenzioni del Milan che si addormenta lasciando spazio agli esterni di convergere verso l’area, si vede prima segnare il 2 a 1 con un rigore di Ljajic (per un dubbio fallo sullo stesso serbo) e poco dopo, su un'incursione di Cuadrado, un altro rigore, per un ingenuo fallo di De Sciglio, con Pizarro che è freddo nella realizzazione, per l’insperato 2 a 2 finale, con il Milan che non ha più tempo per tentare la reazione, raccogliendo così un solo punto.
Coglie una vittoria vitale in zona salvezza il PALERMO, che si impone per 3 a 1 a Marassi contro la SAMPDORIA. Inizio caratterizzato da un esasperato tatticismo tra le due squadre, corte nei reparti, difendendo con ordine senza mai scoprirsi, con la Samp che tenta qualche sortita sugli esterni, e il Palermo che prova a verticalizzare per le punte. Col passare dei minuti, inizia a farsi vedere Ilicic, che sarà protagonista assoluto del match, che parte sulla trequarti, con una grande progressione, per poi regalare un pallone d’oro a Miccoli, che si allarga troppo a sinistra, e colpisce debolmente verso la porta. La gran giocata dello sloveno da però grande fiducia ai rosanero, che iniziano a crederci, dando più consistenza ai propri attacchi, alzando il baricentro, con i mediani, che orchestrano un veloce giro palla, che libera spesso al tiro gli uomini, con Barreto che trova un gran destro, che sibila di poco a lato. La loro supremazia è sancita dal meritato gol del vantaggio, con Von Bergen che devia con un tocco sporco una punizione di Miccoli, per l’1 a 0. Il Palermo paga però caro una delle rare disattenzioni difensive, con Munari che, abbandonato in area, insacca l’1 a 1, con una delle rarissime azioni offensive prodotte dai suoi. Il secondo tempo continua a vedere una Samp molle e sfilacciata, con le punte che non ricevono mai un pallone giocabile, i mediani imprecisi e fallosi, e i terzini che non spingono con continuità. Il Palermo, invece, ha un’enorme fame di vittoria, e sospinto da un ispiratissimo Ilicic, continua ad attaccare, soprattutto sulla trequarti, con i continui inserimenti dei centrocampisti e le giocate di Ilicic, che dopo aver liberato al tiro Rios (che conclude di poco a lato) si inventa un gol d’antologia: parte da metà campo, si invola verso la porta, dribbla l’intera difesa blucerchiata, per poi depositare in rete con freddezza il 2 a 1, al quale fa seguito, poco dopo, il 3 a 1 di Garcia, di testa da calcio d’angolo. Nonostante manchi un’infinità, la partita termina qui, con i rosanero che controllano agevolmente il match, sfiorando un'altra rete, con un coast to coast da favola di Ilicic, a fronte di una Samp inesistente, con il solo De Silvestri che trova alcune sortite sulla destra, per il meritatissimo 3 a 1 finale.
Termina per 3 a 1 la sfida tra UDINESE e CHIEVO VERONA. Dopo i primi minuti in cui le due squadre si limitano a studiarsi, accade l’episodio che cambia il volto del match, con il portiere del Chievo che tenta un improbabile dribbling su Di Natale, che lo rimpalla in rete per l’1 a 0. Poi, il centrocampo friulano, prende il sopravvento sugli avversari, con Allan e Pereyra in grande spolvero, offrendo precisi palloni per i compagni, cercando in particolare Di Natale, in verticale. E’ proprio il capitano, servito da Pereyra, a trovare un sinistro al volo d’antologia che vale il 2 a 0, con il Chievo, che, poco operoso in fase offensiva fino a quel momento, accorcia le distanze, con un fortunoso colpo di testa in mischia di Papp. Il secondo tempo vede i padroni di casa controllare il match, con gli avversari che provano comunque a farsi pericolosi, affidandosi ai tentativi di Théréau e agli inserimenti tra le linee dei centrocampisti, che attaccano lo spazio, a ridosso degli attaccanti, con il francese, che crea il maggior pericolo con un bel tiro ben sventato da Brkic. Poco dopo, l’Udinese costruisce ancora con Muriel e Lazzari (autore di un sinistro ben sventato), ma è ancora Di Natale, ben servito dai compagni, a mettere un pallone d’oro per l’accorrente Benatia, che insacca chiudendo il match sul 3 a 1. Si conclude per 0 a 0 la sfida tra CATANIA e CAGLIARI. Partita equilibrata quella tra le due compagini del sud, con il Catania, che pur condizionato da importanti assenze, cerca di colpire con le sue rapide schegge, al pari del Cagliari, con i temibili Ibarbo e Sau. Buona occasione per Bergessio per gli etnei, con l’attaccante che colpisce di testa sopra la traversa, e di Cabrera per i sardi, ma il suo tiro è troppo alto. Nel secondo tempo, il Catania cala, lasciando spazi importanti in mezzo al campo, con i centrocampisti avversari che cercano di approfittarne per andare al tiro, con Naingollan, pericoloso, e successivamente Pinilla, poi Cabrera, con insidiosi tiri che risultano però imprecisi, ed infine Thiago Ribero, che vanifica un pericoloso contropiede, a fronte di un Catania che, complici il calo fisico e la conseguente mancanza di filtro del centrocampo, è costretto a contenersi, tentando solo alcune sortite, con Bergessio tra i più pericolosi, per il pari finale. Anche la sfida tra SIENA e PARMA termina per 0 a 0. Cominciano forti i padroni di casa, che cercano di sfruttare le proprie armi (in particolare la velocità di Emeghara), sviluppano la manovra offensiva, cercando spesso proprio lo svizzero, con lanci nello spazio, con l’attaccante, subito pericoloso con un pallonetto di poco fuori, a fronte di un Parma, che dal canto suo, risponde con attacchi corali, mirati a sfruttare la fisicità di Amauri, servito con cross dalle fasce, e l’imprevedibilità dei propri piccoli attaccanti, che scambiandosi spesso la posizione, trovano molte volte lo spazio per il tiro o il cross, con Ninis, che impegna Pegolo con un bel destro, poi Amauri, che spreca uno splendido assist di Sansone, deviando debolmente verso la porta, ed ancora Biabiany pericoloso di testa, con il Siena, che sotto pressione, ci prova solo su rimessa con Emeghara che è però impreciso. La ripresa vede una maggior superiorità del Parma, che però non riesce a concretizzare sul campo la propria supremazia, con Sansone che ci prova due volte con belle conclusioni, e Valdes, che beneficia degli spazi lasciati liberi sugli esterni, tentando con poca fortuna il tiro, con il Siena, che ancora con Emeghara, in contropiede, ha una buona occasione, con l’attaccante abile a dribblare un paio di avversari ed a liberarsi al tiro, che termina di poco a lato, per il pari finale. Termina per 2 a 0 a favore del NAPOLI la sfida serale con il GENOA. La supremazia del Napoli è sin da subito evidente, con la superiorità sulle fasce laterali, la solidità del centrocampo nel coprire, e al tempo stesso, negli inserimenti di un ispirato Dzemaili su tutti, e la forza d’urto devastante del trio offensivo Cavani, Hamsik e Pandev, che crea numerose azioni da rete, con la prova sopra le righe dello slovacco e del macedone, che tra le linee, trovano sempre la giocata personale o l’assist per Cavani, stranamente impreciso, che fallisce anche un rigore. Quasi immediata la rete, al 18esimo minuto, con Pandev che, su assist di Cavani, entra in area, e dopo aver dribblato un paio di avversari, scarica in rete un potente sinistro che vale l’1 a 0, al quale fa seguito, poco dopo, il raddoppio a firma di Dzemaili, che raccoglie un grande assist di Hamsik ed incrocia di sinistro sul secondo palo il 2 a 0, con lo slovacco che sfiora anche il terzo gol con un bello slalom in area, culminato con il tiro respinto dall’ottimo Frey. La ripresa non cambia, con i padroni di casa, che vanno vicino per la terza volta con Cavani alla terza rete, i cui tentativi (uno su rigore) sono sventati da uno strepitoso Frey, che evita un passivo pesante per i suoi, mai in partita, con il solo Rigoni a tentare di accendere la luce a centrocampo. La squadra non riesce mai a trovare la profondità, limitandosi a difendere, creando solo con Bertolacci un pericoloso tiro nel primo tempo. Esce sconfitta a S.Siro per mano dell’ATALANTA l’INTER, con il risultato di 4 a 3. Bella partita, con entrambe le squadre che si affrontano a viso aperto, con l’Inter, la cui manovra è ben orchestrata da Kovacic, che trova spesso interessanti corridoi per le punte, e gli inserimenti degli esterni e dei centrocampisti, e l’Atalanta, che quando ne ha la possibilità, attacca con diversi uomini, con il buon lavoro di Biondini e Cigarini nel proporsi in avanti e dare il via a rapide ripartenze, cercando la velocità di Bonaventura, sempre pericoloso ed ispirato, e la profondità per l’ottimo Denis. Le azioni pericolose sono ben distribuite tra le due squadre, con Rocchi, primo a farsi pericoloso di testa, su cross di Pereira, al quale rispondono due conclusioni imprecise di Carmona e Biondini, con l’Inter che, prima sfiora la rete con Alvarez (che colpisce malamente un invitante cross di Pereira) e poi la mette a segno con Rocchi, che dopo una bella girata di poco a lato, trova la deviazione vincente su calcio d’angolo per l’1 a 0. La ripresa è un continuo di emozioni e pregevoli giocate personali, con l’Atalanta che trova il pari con Bonaventura, che, smarcato sul secondo palo da un cross di Livaja, controlla e scavalca Handanovic, con un bel tocco per l’ 1 a 1, al quale, poco dopo, fa seguito la doppietta del subentrato Alvarez, che prima sfrutta un errore di Canini ed insacca di testa sull’uscita Polito, poi dribbla con un numero Stendardo, trovando un bel sinistro sul primo palo, che vale il 3 a 1. Il match sembra in mano ai nerazzurri, ma in pochi minuti, accade l’impensabile: prima Denis realizza un rigore inesistente per il 3 a 2, poi lo stesso argentino sfonda in area, superando i distratti difensori nerazzurri, e realizza il 3 a 3, ed infine, Bonaventura va via sul fondo, salta un uomo e pennella l’assist per Denis, che trova il 4 a 3, con l’Inter che ha comunque la forza di produrre l’assalto finale, anche se Ranocchia cicca clamorosamente sotto porta l’assist di Guarin, per la rocambolesca sconfitta finale.
Termina per 1 a 1 il derby capitolino tra LAZIO e ROMA. Primo tempo di marca biancoceleste, con il centrocampo che sovrasta quello giallorosso, con rapidi tocchi smarcanti per i puntuali inserimenti dei terzini, eD un Hernanes, che sulla trequarti, inventa e trova spesso pregevoli giocate risultando un rebus irrisolto per la difesa romanista, alternando dribbling sopraffini a splendide conclusioni, a pregevoli assist in profondità per Klose e compagni. E’ La Lazio a creare maggiori pericoli, prima con Candreva, che impegna con un bel destro Stekelenburg in calcio d’angolo, per poi trovare il vantaggio, con un gran siluro di sinistro di Hernanes, che realizza l’1 a 0, che galvanizza letteralmente i suoi, con il brasiliano, che prima sfiora il 2 a 0, con un tiro deviato da un gran intervento di De Rossi, e poi trova Lulic, il cui tocco ravvicinato è deviato in angolo da Stekelenburg, a fronte di una Roma, che subisce quasi sempre il possesso avversario, affidandosi solo ad alcune ripartenze ed azioni personali, con Florenzi protagonista, costruendo la miglior azione dei suoi, con un assist per Totti, il cui potente tiro è sventato da Marchetti. Il secondo tempo vede il match vivere soprattutto di giocate individuali ed episodi, con Hernanes, che dopo pochi minuti, fallisce un rigore, procurato da un ingenuo tocco di Marquinhos, con la Roma, che pochi minuti dopo, trova l’1 a 1 con Totti, sempre su rigore, per fallo di Hernanes, che ferma in modo irregolare Pjanic. La situazione di parità accende il match, con le due squadre che cercano la vittoria, trascinate dai loro uomini chiave, con Totti che trova pregevoli assist e conclusioni personali, realizzando un gran tiro, che ben respinto, finisce sui piedi di Florenzi, trovando una gran conclusione, a fronte di una Lazio, che ci prova con Hernanes e Candreva, che garantisce gran spinta sulla destra. Poi accade l’episodio che modifica i binari del match, con Biava che viene espulso per somma di ammonizione, con la Roma che ci prova a spron battuto, attaccando spesso a pieno organico, e una Lazio che si chiude bene e regge l’urto degli avversari, per poi ripartire con gran rapidità in contropiede, anche se il risultato non cambia, con la Roma che spreca le occasioni migliori, con Lamela, che in perfetta solitudine, alza clamorosamente alto di testa, su invito da corner di Totti, e lo stesso capitano, che si vede respingere un gran destro su punizione da un ottimo Marchetti, per l’emozionante 1 a 1 finale che non serve a nessuna delle due squadre.
Tirando le somme, la Juve è sempre più vicina al titolo, mentre la lotta per il secondo posto vede allontanarsi il Milan, fermato a Firenze e l’Inter, sconfitta in casa, con Lazio e Roma che fermandosi a vicenda, vedono sfumare quasi definitivamente il treno Champions. Infuria la lotta salvezza con il Palermo che è tornato clamorosamente in corsa, aggancia Genoa e Siena, con cui lotterà per l’unico posto che vale la salvezza.