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Cuggiono, Storie

'On-Off' con Agrigento

“A chi non ha capito, dono. Con chi ha capito, condivido”. È questa una parte della dedica sulla prima pagina del libro di poesie “On-Off: Sentimenti e Pensieri in dialetto sicano”, scritto da Mario Tamburello, siciliano d'origine e cuggionese d'adozione. Attualmente impiegato come dirigente amministrativo dell'Unità di Cure Palliative e Terapia del Dolore dell'ospedale di Cuggiono, abbiamo incontrato Mario presso l'ex Chiesa S. Maria in Braida di Cuggiono domenica 17 marzo, collegati in streaming con il Salone della Chiesa Madre di San Giovanni Gemini (in provincia di Agrigento), città natale dei genitori dell'autore. Dall'altro capo d'Italia, Enzo Catarella, parente dello scrittore, presenta il libro e legge alcune poesie in dialetto siciliano. Subito dopo, le stesse vengono riascoltate in italiano, alcune recitate dall'attrice di teatro Grazia Lombardi e altre dall'autore stesso.
Si tratta essenzialmente di una raccolta di poesie in versi sciolti, densa di sentimenti di amicizia, di amore e di stima, oltre che di riflessioni sulla vita quotidiana e sui rapporti interpersonali che, inevitabilmente e fortunatamente, l'uomo costruisce in quanto animale sociale. Ma “On-Off” è soprattutto un libro improntato sul dolore, o meglio, sulla luce che si riaccende a un certo punto e che fa riacquistare la speranza, capendo che non conta come si cade ma come ci si rialza e che vivere, come canta Ligabue, è già, di per sé, un atto di fede.
Alla fine dell'incontro di domenica, si riuniscono tutti, l'autore, la moglie, i figli, il fratello, i nipoti, vicino al computer per salutare i parenti e gli amici siciliani accorsi a San Giovanni Gemini per assistere all'evento. Questa scena di amicizia, gioia e calore ci spinge a non dimenticare mai che, nonostante tutto quello che ci è capitato o che ci colpirà durante il corso della nostra esistenza, siamo circondati dall'amore: amore per i nostri familiari, amore per i nostri amici, amore per il nostro lavoro, amore per le nostre passioni, amore per gli avversari che degnamente ci mettono alla prova. È quindi, forse, proprio la parola “amore” il complemento oggetto della dedica citata all'inizio, come a voler sottolineare l'impegno di condividere l'amore con chi ci capisce, con i nostri simili, con coloro a cui vogliamo bene, ma di donarlo anche a tutti gli altri: se amassimo solo chi ci ama, sarebbe troppo facile. Ciò potrebbe costituire, per chi è credente, anche un rinvio al passo del Vangelo di Matteo, “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
Ma i progetti e i riconoscimenti di Mario Tamburello non si fermano qui. La giuria del Premio Internazionale Targa Marcocci gli ha assegnato un premio speciale, che verrà ritirato il 28 aprile a Pignone (La Spezia). Inoltre, un nuovo libro è già in fase di editing. Non ci resta, quindi, che aspettare la sua pubblicazione, certi che l’anima di Mario ha ancora molto da sprigionare e da rendere eterno imprimendolo sulla carta.

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