Settimana missionaria di vita comune – adolescenti
“Lo Spirito è un dono: devi solo aprire le braccia e riceverlo”. E’ con queste parole che padre Francesco ci ha augurato buona giornata durante una delle celebrazioni delle 6.30 del mattino. E giorno dopo giorno, ripensando a quelle pillole di Vangelo tanto piccole quanto incisive, ci siamo incamminati verso la fermata dell’autobus, senza nemmeno immaginare che aprire le braccia a Gesù e all’altro sarebbe stata l’esperienza più straordinaria che potesse capitarci. Sconnetterci da facebook e connetterci con l’altro: questo il motto della vita comune. VIENI E VEDI: ecco invece la motivazione. Togliti gli auricolari, abbassa il volume dell’i-pod e mettiti in ascolto:SONO LE 4 DEL POMERIGGIO, è l’ora X, Gesù ti chiama. E tu dove sei?
Se ripenso ora all’espressione iniziale degli adolescenti davanti all’iniziativa di una settimana bella e intensa di vita comune, non posso che credere che sia stato uno straordinario momento di grazia. L’idea di proporre questa particolare esperienza in occasione delle missioni parrocchiali è nata dalla riflessione sul percorso di catechesi, a cui i ragazzi partecipano con entusiasmo, che ci ha invitato quest’anno a confrontarci con tematiche quali emozioni, sentimenti, libertà, corpo e felicità, tutti aspetti che entrano in gioco tramite la relazione con l’altro e che assumono un’importanza fondamentale in età adolescenziale. Da qui il desiderio di offrire a questa fascia d’età l’occasione di sperimentare nel concreto la bellezza e la fatica del confronto e della condivisione quotidiana, la possibilità di conoscersi andando oltre la superficie e l’importanza di far posto nelle loro giornate alla preghiera.
Raccontare oggi la settimana vissuta insieme in oratorio significa ricordare la musica della radio che ci ha svegliato ogni mattina mettendoci di buon umore, le ciabatte perdute, i materassini che si sgonfiano e le entrate in chiesa al Vangelo durante la messa delle 6.30: il voler esserci, nella fatica quotidiana, a quella FESTA DELLA FEDE mattutina e l’imparare piano piano che dipende solo da noi vivere il nostro essere cristiani nella gioia. Con gli orsetti gommosi nelle tasche e i tanti sorrisi della comunità siamo andati a scuola, per poi ritrovarci alle 16.30 con la novità del bel voto, dell’amicizia ritrovata, del dolcetto fatto in casa o della giornata no, del dubbio, del problema. E proprio nello spazio relax che precedeva l’incontro serale c’era l’occasione per conoscersi più a fondo, per confidarsi e per costruire un rapporto di fiducia, amicizia e rispetto reciproco. Alle 18:30, ogni giorno, nel ringraziare il Signore come Maria, con il canto del MAGNIFICAT, e, attraverso la catechesi a partire dal brano del Vangelo di Giovanni: Maestro dove abiti? Vieni e vedi! ci siamo messi in gioco: ai piedi del tabernacolo sono emersi i sassolini nelle scarpe, le domande e i dubbi. Abbiamo pregato fissando lo sguardo su di Lui e mentre l’ULIVO, simbolo della nostra fede, diventava MULTICOLORE, sera dopo sera, prima di sedersi a tavola, abbiamo proposto a turno una preghiera di ringraziamento. Infine, dopo cena, Padre Ilario ci regalava la riflessione conclusiva della giornata. E adesso che la settimana di vita comune si è conclusa: che fare? Adesso abbiamo ripreso gli incontri serali di catechesi, l’animazione della messa e dell’oratorio e nella quotidianità delle nostre giornate la missione continua. E lo si avverte dello spirito nuovo con cui ci si incontra e confronta con gli adolescenti e con la comunità. “CREDO IN TE!” ci dice Gesù ogni giorno. La nostra fede, ci siamo detti, è come un piccolo ulivo e ha bisogno di radicarsi nel Vangelo. Per farlo, però, i giovani, gli adolescenti e i bambini hanno bisogno dell’abbraccio e del sostegno di tutta la comunità che speriamo sarà sempre per noi come ACQUA, SOLE E AMORE.
Elena Mauri