Presentati, l'altro giorno, i vari lavori effettuati e, contemporaneamente, i cantieri che dovranno essere messi in campo per completare l'opera.
Si scopre sempre qualcosa di nuovo quando si parla della canonica di Bernate Ticino: sale chiuse al pubblico con sontuosi caminetti, scale nascoste per salire al sottotetto, maldestre decorazioni degli anni ’70 che ricoprono quelle storiche e tanti altri dettagli che sono stati portati alla luce dalla prima fase, di tipo diagnostico, del progetto pilota di restauro, conservazione e valorizzazione. L’iniziativa (finanziata da Fondazione Cariplo e dal Senato della Repubblica) è stata presentata sabato 9 febbraio dalle autorità civili, dalla parrocchia e dai direttori dei lavori. Le strutture della canonica sono state analizzate per catalogare materiali e stati di conservazione e progettare un restauro mirato e poco invasivo. Sono utilizzate le tecniche più all’avanguardia per riportare all’antica bellezza i luoghi che, seppur con qualche incauto lavoro di adeguamento, sono stati fortunatamente conservati come sale comunitarie della parrocchia. Nella prima sezione dei lavori sono protagoniste le sale al piano terra del Palazzo Visconteo; una volta restaurate, potranno diventare spazio espositivo per iniziative i cui proventi saranno reimpiegati per rendere possibili i lavori delle altre ali del convento che offrono più di 4000 metri quadrati a disposizione per attività economiche e produttive legate alla cultura. Al progetto pilota, sotto la guida dell’architetto Maria Mimmo, partecipano centinaia di studenti: quelli del Laboratorio di diagnostico per la conservazione e il riuso del costruito e del Laboratorio di indagini sulle conservazioni storiche del Politecnico, quelli dei corsi di Restauro della Facoltà di Architettura Civile e quelli dei corsi per geometri e il liceo artistico Einaudi.