Bianconeri in gran forma, surclassata la Fiorentina per gioco e intensità. Torna a vincere l'Inter; solo pari tra Lazio e Napoli e per il Milan. Giù ancora la Roma.
La 24esima giornata di Serie A si apre con il match tra JUVENTUS e FIORENTINA, che si conclude a favore della capolista per 2 reti a 0. Gran prova di solidità dei padroni di casa, che al cospetto del proprio pubblico mettono in campo grinta, agonismo e soprattutto qualità, vista la gran prova di Pirlo (colpevolmente lasciato libero da marcatura dagli avversari) che inventa per i suoi, coadiuvato dai compagni di reparto che si inseriscono e pressano asfissiantemente gli avversari, non permettendo loro di palleggiare, con gli esterni in condizione stratosferica e Lichtsteiner che spinge e crea diversi pericoli. Buone le occasioni di Marchisio, il cui tiro termina di poco fuori, e quella di Lichtsteiner, ben sventata da Viviano. La supremazia della Juve è nell’aria e viene sancita da Vucinic, che, abile a sfruttare un impreciso disimpegno di Roncaglia, insacca da fuori area l’1 a 0 con un bel destro. Visto il forte pressing subito dai suoi portatori di palla, la Fiorentina fatica a costruire gioco e si affida a qualche tentativo di contropiede e al buon lavoro sulla destra di Cuadrado (tra i pochi in grado di saltare l’uomo e creare pericoli) con gli attaccanti ben marcati, che non ricevono molti palloni e faticano a triangolare. La migliore occasione è di Jovetic, che si libera alla grande in area e chiama al miracolo Buffon da distanza ravvicinata. Ma la Juve è davvero in gran serata, con Pirlo che continua a dispensare splendidi assist per i compagni, con Vucinic che ha la migliore occasione, con Lichtsteiner che crea pericoli sulla destra, ed il raddoppio che arriva con Matri su splendido assist di Vidal, chiudendo così il primo tempo. La ripresa vede la viola non riuscire a produrre una vera e propria reazione, con gli attacchi sterili ed abulici, mal sostenuti dalla squadra, ai quali neanche le sostituzioni servono a creare gioco, a fronte di una Juve che continua ad agevolare la partita, creando altre interessanti occasioni con Giovinco, Matri ed alcune iniziative dei centrocampisti che si inseriscono alla perfezione, per la meritatissima vittoria finale. Il secondo anticipo si apre con la sfida tra LAZIO e NAPOLI che si conclude sull’1 a 1. Partono subito bene i biancocelesti, con un ottimo lavoro dei centrocampisti in fase di impostazione e di pressing sugli avversari, con il gioco che si sviluppa sia centralmente che per linee esterne, soprattutto con la cerniera di destra Konko - Candreva, che spinge notevolmente mettendo in mezzo diversi interessanti palloni e con quest’ultimo che va spesso alla conclusione in modo pericoloso, mettendo Floccari nelle condizioni di poter far male. Il Napoli, dal canto suo, ha un pessimo approccio alla partita, gli esterni soffrono moltissimo, la difesa è distratta e gli uomini chiave della squadra, Hamsik ed Inler, faticano ad impostare e a trovare la giocata, con Cavani che non riceve quasi mai palloni giocabili. Le occasioni più interessanti sono per i padroni di casa e portano la firma di Candreva (con alcuni insidiosi tiri) e di Floccari, che nei primi minuti trova il gol su cross di Konko. Successivamente, lo stesso attaccante colpisce il palo, a fronte di una delle rare azioni dei partenopei con Cavani che colpisce la traversa su cross di Zuniga. Nella ripresa, il Napoli alza il baricentro aumentando il suo raggio d’azione e disponendosi in trazione maggiormente offensiva con Insigne ed El Kaddouri a dar man forte a Cavani e Pandev. Il fulcro del centrocampo Inler sale di personalità, distribuendo gioco per i compagni e si rende più volte pericoloso, anche se è Insigne che modifica gli equilibri alternando splendide giocate personali che mettono in scompiglio la difesa avversaria a begli assist per i compagni, con le quattro punte del Napoli (visto anche l’ingresso di Calaiò) che schiacciano la Lazio nella sua metà campo. Nonostante il forcing avversario, i padroni di casa sono comunque attenti e dopo aver rischiato su un’altra bella conclusione di Inler (deviata sulla traversa da Marchetti) hanno un’ottima occasione negli spazi lasciati inevitabilmente dai partenopei con Lulic che si invola e cerca di beffare De Sanctis con un pallonetto. Colpisce male il pallone favorendo l’intervento del portiere, per poi subire a pochi minuti dalla fine il pareggio del Napoli con Campagnaro, che da calcio d’angolo colpisce con un potente destro che si insacca. Nonostante la Lazio abbia una reazione d’orgoglio con Floccari che su cross di Candreva colpisce il palo, non riesce ad evitare il pareggio finale. Il lunch match della domenica si conclude per 0 a 0 tra PARMA e GENOA, con entrambe le squadre molto attente a non scoprirsi, le cui poche occasioni non vengono create da gioco corale, ma da azioni personali degli attaccanti, con il Genoa che ci prova con un buon sinistro di Borriello, con un colpo di testa in avvitamento di Bertolacci ed ancora con il primo attaccante che colpisce troppo alto proprio su tiro del secondo. Dal canto suo, il Parma usufruisce di alcune giocate di Ninis e Valdes, tra i pochi in grado di accendere la luce e si rende pericoloso con un tiro di Belfodil, su cross di Biabiany, che va sul fondo di pochissimo, con Frey che è bravo ad intervenire e a proteggere la porta. Nella ripresa il copione non cambia, con il Parma che, vista la giornata poco incisiva degli esterni (in particolare di Biabiany) non crea grandi azioni degne di nota, continuando ad affidarsi alle sole giocate degli attaccanti (Amauri). Il Genoa si fa preferire grazie alle migliori intuizioni dei suoi giocatori Bertolacci, Borriello e Rigoni, anche se la partita continua con poche emozioni, fino ai minuti finali, quando i gialloblu cercano di non accontentarsi del pari, aumentando il proprio baricentro, rischiando però di subire di rimessa il gol con Immobile che in contropiede è egoista, tentando la giocata personale al posto di cercare il meglio appostato Olivera, con l’azione che sfuma per lo 0 a 0 finale. La sfida tra CAGLIARI e MILAN termina per 1 a 1. Ottima partenza dei padroni di casa, che disputano una buona prima frazione, con il gran lavoro dei tre di centrocampo, Conti, che inventa per i rapidissimi ed imprevedibili Sau ed Ibarbo, Ekdal e Dessena che coprono ed intercettano molti palloni, oltre ad offrire una gran protezione all’ottima difesa, con un Pisano ed un Astori quasi insuperabili. Il Milan, dal canto suo, è molle e con poca qualità in mediana, vista l’assenza di Montolivo, con le mezz’ali che partecipano poco alla manovra offensiva e faticano a fare filtro in mezzo al campo, con i rifornimenti per le punte che stentano ad arrivare, con un El Shaarawy spento e ben marcato, ed il solo Niang che mette alcune palle tagliate per Balotelli, creando così pochissime occasioni da gol (pericoloso Ambrosini con un tiro da fuori). Il Cagliari è invece più propositivo, rischiando di far male soprattutto su palle inattive e con buone azioni manovrate che liberano nello spazio gli imprendibili attaccanti. In particolare è pericoloso Ibarbo, a tu per tu con Abbiati, che, sfruttando un grave errore di Mexes, si invola verso la porta, con Abate che è bravo ad opporsi prima del tiro, e successivamente su palla inattiva, prima Conti, ostacolato da Ambrosini, e poi con Ibarbo, che perduto dai difensori rossoneri, supera Abbiati di testa per l’1 a 0. Il secondo tempo vede, inizialmente, ancora il Cagliari farsi preferire, con grande furore agonistico e lavoro di contenimento, oltre al solito Ibarbo che crea i maggiori grattacapi e, favorito ancora da un errore di Mexes, ha una buona occasione in contropiede. Di contro, il Milan fatica a costruire azioni degne di nota nei primi minuti, con il solo Balotelli che tenta la giocata. I cambi risultano però determinanti, con Bojan, che sulla trequarti, inventa per i compagni ed è pericoloso anche con giocate individuali, e Boateng, che spinge notevolmente sulla destra, creando, insieme ad Abate, diversi pericoli per gli avversari, con conclusioni personali e cross tagliati. E’ proprio dagli esterni che il Milan trova il pari, questa volta in una delle rare azioni sviluppate da sinistra, con De Sciglio, che prima conclude con un potente tiro dal limite dell’area, ben respinto da Agazzi, e successivamente, nello sviluppo dell’azione, con la palla che arriva a Balotelli, che viene ingenuamente affossato da Astori, espulso per somma di ammonizione, con l’attaccante che realizza freddamente dal dischetto. L’episodio cambia la partita: il Milan va in avanti in massa alla ricerca del gol con le migliori occasioni che capitano sui piedi di Bojan (il cui tiro viene ben sventato da Agazzi) e di Abate, che si vede murare, quasi a botta sicura, il suo destro dall’ottimo Pisano, per l’1 a 1 finale. La partita tra SAMPDORIA e ROMA si conclude per 3 a 1 a favore dei padroni di casa. Il primo tempo vede i giallorossi più accorti tatticamente, schierati con una difesa a tre e un uomo in più a centrocampo per garantire maggior copertura e con il rientro di Stekelenburg e di De Rossi. Inizialmente non subisce pericoli in fase difensiva (con una Samp troppo bassa con il baricentro ed un atteggiamento troppo difensivista) e sviluppa buone trame soprattutto sulla fascia di destra, con due conclusioni a firma di Bradley, il cui tiro esce di poco a lato, e di Lamela, con Romero che compie una gran parata. Il secondo tempo cambia drasticamente con la Samp che sale in cattedra grazie all'ottimo lavoro dei centrocampisti che pressano alto e recuperano diversi palloni, impostando velocemente le ripartenze sugli esterni, con l'ingresso di Sansone, che nello spazio può esaltare le sue caratteristiche con il gol che scaturisce su un suo bell'assist che si invola e serve per Estigarribia che con un bel sinistro segna l'1 a 0. La rete colpisce la Roma e da maggior morale alla Samp che continua a recuperare palloni sulla trequarti, con Poli che impegna seriamente Stekelenburg da distanza ravvicinata. La Roma ha ancora un moto d'orgoglio e tenta la reazione con un palla in area che trova Osvaldo che viene steso, procurandosi il rigore che però sbaglia, con la Samp che, poco dopo, vede ancora Sansone protagonista, punendo l'errore avversario con una magnifica punizione che si insacca sotto l'incrocio dei pali per il 2 a 0. I giallorossi hanno però un sussulto beneficiando dell'energia del nuovo entrato Florenzi che mette in mezzo per Lamela, abile ad insaccare al volo di sinistro. Il gol non è però sufficiente a riaprire la partita, che anzi viene immediatamente chiusa da Icardi, che insacca di testa da calcio d'angolo, per il 3 a 1 finale. Finisce per 1 a 0 a favore dell’UDINESE la sfida contro il TORINO. A partire meglio sono i friulani che sin da subito accompagnano Di Natale giocando coralmente, con le buone sovrapposizioni degli esterni ed i lanci dei centrocampisti per il folletto dell’Udinese. E’ subito quest’ultimo, ben servito su un cross dalla destra, a concludere, prima pericolosamente verso la porta e poi, dopo una bella azione che si sviluppa centralmente, è lo stesso attaccante, liberato al tiro, a conludere di sinistro, con Gillet che respinge però sui piedi dell’accorrente Pereyra che insacca l’1 a 0. Il Toro, che fino a quel momento ha faticato stante la verve avversaria, prova a sviluppare il gioco soprattutto sulla fascia destra visto lo strepitoso momento di forma di Cerci, che trova un bel cross per Meggiorini, il cui colpo di testa è però alto. Nonostante questi tentativi, i granata continuano a soffrire la rapidità degli attaccanti avversari, faticando a difendere nella propria trequarti, con Maicosuel che si libera al tiro da posizione ravvicinata e centra un ottimo palo, con il Toro che reclama un rigore su fallo di Santana. Il secondo tempo vede gli ospiti crescere ulteriormente, sempre sotto la spinta dello sfavillante Cerci, che continua ad inventare assist e giocate per i compagni, convergendo spesso verso il centro, concludendo diverse volte e centrando anche una traversa, con l’Udinese che rischia di far male in contropiede con Di Natale e i granata che ci provano fino alla fine con il neo entrato Jonathas pericoloso di testa con un altro rigore invocato, senza riuscire ad evitare la sconfitta finale. La sfida salvezza tra PALERMO e PESCARA si conclude per 1 a 1. Sono i rosanero che fanno la partita, con tutti gli effettivi schierati col baricentro piuttosto alto, con i centrocampisti ai quali sono affidati numerosi compiti di inserimento in fase offensiva e gli esterni che spingono notevolmente per tutto il corso del match cercando le punte, guidati dall’estro del talentuoso Fabbrini, con il Palermo che ha le migliori occasioni, cercando di colpire anche sulle palle inattive, con Munoz che indirizza fuori di testa, a fronte di un Pescara che, quando può, riparte con incisività soprattutto sulle fasce laterali, con l’ariete Caraglio che ha una buona opportunità prima di piede e poi di testa mancando il pallone, mentre il Palermo spreca la più nitida occasione del primo tempo con Dybala. La seconda frazione di gioco vede il Palermo tentare di dare più peso alla manovra offensiva, anche con l’ingresso di Boselli, con i numerosi attacchi che si intensificano ulteriormente, con gli esterni che si trovano anche a concludere (pericolosissimo Dossena), ma viene beffato da un Pescara sornione, che riapre negli spazi prima con Caprari, che spreca a tu per tu con Sorrentino, per poi colpire con il neo entrato Bjarnason che devia in rete di testa una splendida punizione tagliata da D’Agostino. Il Palermo che non ci sta e va in avanti trovando prima il pareggio con Fabbrini e andando poi vicino alla rete con Munoz e Kurtic, per il risultato che non cambia. Finisce per 1 a 1 la sfida tra BOLOGNA e SIENA: partono alla grande i padroni di casa che grazie soprattutto alle giocate di Diamanti e alle sue ottime doti balistiche su calcio piazzato sulla trequarti che inventa per i compagni e i precisi lanci lunghi dei centrocampisti alla ricerca dell’unica punta Gilardino, ben assistiti dagli esterni che badano molto ad accompagnare l’azione. E’ prima Diamanti a impensierire il portiere e successivamente Gila lanciato alla perfezione verso la porta a sprecare una grande occasione; allora il Siena sale in cattedra concretizzando l’unica azione prodotta dalla fascia sinistra con Emeghara che di testa segna l’1 a 0 su cross di Sestu, con il Bologna che replica immediatamente con bella punizione di Diamanti che trova la deviazione vincente di Kone, per il pari finale. La partita tra ATALANTA e CATANIA termina per 0 a 0. Dopo i primi minuti di sostanziale equilibrio, è il Catania a farsi preferire durante tutto il resto del match grazie alle triangolazioni ed alle imprevedibilità dei rapidi uomini offensivi, che confezionano un’azione pericolosa, con Bergessio che mette una palla invitante sul fondo, con Castro che arriva di poco in ritardo con l’appuntamento per il gol, e successivamente, con un’azione personale di Gomez che si accentra e conclude col destro (attento il portiere Consigli a respingere) a fronte di un’Atalanta inesistente nella fase offensiva, con la mediana che, vista l’aggressività avversaria, fatica molto a costruire, limitandosi spesso a contenere gli avversari. Il secondo tempo è ancora meno emozionante del primo, con le poche occasioni che scaturiscono da velleitari e poco pericolose conclusioni dalla distanza, con Bonaventura per l’Atalanta, e Castro e Lodi su calcio piazzato per gli etnei, ma nessuna delle due squadre sembra voler tentare fino in fondo la via della rete, accontentandosi di un punto che tutto sommato può andar bene ad entrambe. Il posticipo serale vede di scena la sfida tra INTER e CHIEVO VERONA, che si conclude per 3 a 1 a favore dei nerazzurri. Inizio gara spumeggiante, con i padroni di casa che dopo pochi secondi sono già in vantaggio, con Cassano, che da posizione defilata, effettua un tiro verso la porta, con Puggioni, che cerca di respingere, ma devia la conclusione nella sua porta. Il gol non demoralizza i veneti che anzi si costruiscono buone occasioni, soprattutto sulle palle inattive, con i difensori che si perdono prima Acerbi, che da ottima posizione, devia di testa clamorosamente fuori, e successivamente, su un cross di Théréau, Rigoni non sbaglia, insaccando l’1 a 1. Dopo un inizio caratterizzato principalmente da episodi, l’Inter comincia ad ingranare gioco, con Cambiasso abile a costruire e ad inserirsi in zona gol, e Gargano, che oltre all’ottimo lavoro di copertura, attacca spesso lo spazio e con un Cassano in serata di grazia. E’ proprio su una giocata del barese, che trova splendidamente nello spazio Cambiasso, che l’Inter sfiora la terza rete, con l’argentino che colpisce a botta sicura da distanza ravvicinata, con Puggioni che effettua uno straordinario intervento, ma nulla può sull’imperioso colpo di testa di Ranocchia, che realizza il 2 a 1 da azione di calcio d’angolo. Il Chievo, nonostante sia spesso costretto a difendersi, non rinuncia a contrattaccare, con Théréau, che svariando sulla trequarti, non da punti di riferimento, cercando giocate per i compagni, per favorire gli inserimenti dei centrocampisti e degli esterni, con Jokic propositivo ed Hetemaj che lotta a centrocampo e si propone in fase offensiva, anche se l’unica punta Paloschi è sempre ben marcata. Di conseguenza, l’occasione migliore del Chievo scaturisce ancora da palla inattiva, con Handanovic bravo a respingere, con l’Inter che ha una buona occasione in contropiede con Gargano, servito da Cassano, con l’uruguaiano che colpisce anche la traversa su punizione. La seconda frazione di gioco vede l’Inter trovare, dopo pochissimi minuti, la rete, con ancora Cambiasso protagonista, che si inserisce bene sulla destra e trova Milito, che controlla e scarica in rete un potente destro per il 3 a 1. Nonostante manchi molto alla fine del match, l’episodio risulta decisivo, con il Chievo che perde morale ed intensità, lasciando all’Inter notevoli spazi, con Cassano, che ancora in versione uomo assist, sviluppa diversi contropiedi, con i nerazzurri che sfiorano il gol a più riprese. Sono Palacio, pericoloso in più di una circostanza, oltre a Nagatomo ed Alvarez, che confezionano una interessante palla gol, con uno splendido assist di tacco dell’argentino per il terzino giapponese, fermato solo da una tempestiva uscita del portiere avversario, ad avere le migliori occasioni, per la meritata vittoria finale. Bene dunque la Juventus che sale a più cinque punti sul Napoli, che, insieme a Lazio e Milan non riesce ad andare oltre al pareggio. Nonostante il cambio in panchina perde ancora la Roma, così come la Fiorentina, mentre vince l’Inter conquistando tre importanti punti per la corsa al terzo posto.