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Ciao City:Kakà resta al Milan

Come nelle migliori favole. Perché in fondo la storia di Ricardo Kakà e delle trattative per un suo possibile passaggio tra le fila degli inglesi del Manchester City un po’ assomiglia proprio ad uno di quei racconti che, dopo la suspance ed i continui colpi di scena, si concludono con il tanto atteso ‘lieto fine’. In primis per i tantissimi tifosi del Milan che da domenica possono continuare a tifare il loro idolo brasiliano, a seguire per tutti gli appassionati di calcio che non vedono così il campionato italiano privarsi di un grande giocatore. Quelle che hanno preceduto il tanto atteso annuncio del presidente rossonero Silvio Berlusconi, lunedì sera, attraverso il ‘Processo di Biscardi’ in onda su 7Gold (a seguire tutte le altre trasmissioni), sono state ore di fermento e continue voci. Poco prima delle 21.30, infatti, sono arrivate le prime indiscrezioni: ‘Il Milan ha deciso: Kakà è stato venduto e riceverà dalla società inglese 19 milioni di euro a stagione’. Attorno alle 22 ecco la seconda notizia: ‘Silvio Berlusconi ed il talento brasiliano sono a colloquio e, da quanto sembra, il presidente sta cercando in ogni modo di convincere Kakà a rimanere’. Poi finalmente attorno alle 22.50 ecco quello che ogni tifoso milanista avrebbe voluto sentirsi dire: ‘Kakà ha deciso di rimanere legato ai colori rossoneri’. Fine della discussione, dei tanti interrogativi e, soprattutto, dell’amarezza e della delusione di chi sabato, a San Siro, durante l’incontro casalingo del Milan con la Fiorentina, e poi lunedì, davanti alla sede del club milanese in via Turati ed all’abitazione del brasiliano, ha manifestato con striscioni e cori tutta la sua rabbia e disappunto per quanto stava accadendo. ‘Una scelta con il cuore a dimostrazione di come Kakà sia un grande uomo e campione’, ha continuato a ripetere il presidente Berlusconi. Tutto vero, anche se ovviamente, non me ne vogliano i tifosi rossoneri, una domanda sorge spontanea: “Se al posto del Manchester City ci fosse stato il Real Madrid, la scelta sarebbe stata identica? O meglio se la dirigenza del Milan avesse dato al brasiliano ed a suo padre la possibilità di aprire una trattativa con il club spagnolo il finale sarebbe stato il medesimo?”. Chissà... Forse sì viste le ottime qualità che Kakà ha sempre dimostrato, fuori e dentro il campo. Non resta, quindi, che gioire perché il calcio italiano non è stato privato di un altro fuoriclasse, come era già accaduto in passato con Zidane, Ronaldo e tanti altri ancora. Basta, però, con le parole, le trattative o i continui cambi di opinioni e pareri! Ora tutti gli appassionati di calcio chiedono che si torni a discutere di una partita, della classifica, di vittorie, sconfitte, pareggi e dei gol.

LA LUNGA TRATTATIVA: SCHIAFFO ALLA GENTE COMUNE. 19 milioni di euro a stagione al giocatore, 130, invece, al Milan per la cessione. Queste le cifre che sono emerse dall’operazione Kakà portata avanti dal Manchester City. Che siano giuste oppure no, che davvero gli inglesi abbiano offerto tanto o molto meno, sinceramente poco importa. Ciò che, invece, è doveroso sottolineare è come in un periodo di crisi economica come quello che ci troviamo a vivere ormai da diversi mesi si possa parlare di simili contratti. Ci sono famiglie che a mala pena riescono ad arrivare a fine mese, lavoratori che rischiano il posto di lavoro e noi ci soffermiamo interrogandoci se sia giusto che un giocatore si trasferisca in questa o quest’altra squadra per determinate cifre. In fondo la colpa è anche nostra (e parlo della categoria giornalisti) che dedichiamo pagine intere o trasmissioni televisive e radiofoniche parlando solo di questo. Premettiamo che con questa breve riflessione, non tutti potranno essere d’accordo, non vogliamo assolutamente prendere come esempio Kakà (grande rispetto per la persona e per il professionista che ha dimostrato di essere). Avremmo fatto le stesse identiche affermazioni se al suo posto si fosse trovato qualsiasi altro sportivo, non importa se calciatore, pilota di Formula uno, giocatore di basket o altro ancora. Molto spesso si dice che il calcio è bello proprio per questo. Speriamo che sia solo un modo di dire e che non tutti gli appassionati non la pensino veramente così. Anzi... speriamo che si possa cambiare e che si parli più del campo e delle emozioni che si provano tirando un calcio al pallone piuttosto di ciò che gira attorno. Lo sappiamo che si tratta di una semplice utopia, ma, nella vita, ogni tanto è bello sognare e credere in un cambiamento che non può fare altro che risultare positivo per tutti. Il calcio professionistico, purtroppo, però, molto spesso è così

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