L'ultimo giovedì di gennaio in Lombardia, e in particolare in provincia di Varese e nell’Altomilanese, viene bruciata la Gioeubia. Un fantoccio nella tradizione popolare per alcuni da riferirsi alla caccia alle streghe, alle tradizioni celtiche o alle divinità pagane, in ogni caso un rito che si è tramandato negli anni e viene riproposto ai nostri giorni. Questa ‘signora di pezza’, vecchia e dalle fattezze della strega, che svanisce nelle fiamme e sale nel fumo, vuole simbolicamente rappresentare tutto ciò che si vuole lasciare del passato, le giornate lunghe e uguali dell’inverno, la fatica, il dolore, i problemi e le difficoltà, per propiziare il benessere e il lavoro dell’uomo nel nuovo anno. Così i nostri paesi hanno organizzato diverse iniziative attorno a questo antico rito, che ogni anno attira attorno al fuoco piccoli ed adulti. Anticipato a Rescaldina a domenica 27 gennaio con spettacolo e piatti tipici, negli altri paesi è stato organizzato giovedì: a Magnago un fantoccio ha girato per le vie del paese, raccogliendo le piaghe della società, per poi essere bruciato sperando in un cambiamento, a Busto Arsizio ‘fantocci’ e festa in centro storico, a Turbigo il Gran Falò della Giobia nell’area vicino alle scuole medie dalle 21, a Inveruno il tradizionale corteo serale alle 20, rogo e ‘cenetta della giobia’, presso il Circolo San Martino. Chiacchere, vin brulè, tè, risotto con la luganiga, salame cotto e fagioli con l’occhio per festeggiare insieme attorno al fuoco e sperare, come canta Ligabue, che ‘il meglio deve ancora venire’.