Il termometro della crisi economica nel territorio? I troppi cantieri edili fermi.
Sta per ‘scattare’ la campagna elettorale, dai toni già più infuacata del solito, nelle proposte... staremo a vedere. Ma più che l’ideale politico, questa volta, i cittadini elettori probabilmente voteranno pensando a chi potrà aiutarli e sostenerli in questi anni di crisi. E mentre i negozi chiudono le serrande e le aziende passano da una cassa integrazione all’altra, vi è un semplice indicatore per comprendere come evolve la situazione economica di un territorio: i cantieri edili. Dopo gli anni del grande ‘boom’, tra il 2004 e il 2007, in cui le Amministrazioni spendevano e spandevano grazie agli oneri di urbanizzazione è iniziato un trand calante e preoccupante. Edifici iniziati e mai finiti, capannoni a metà,... e di conseguenza operai e fornitori a casa. Serve forse un ‘new deal’ di edilizia pubblica e convenzionata, servono probabilmente anche incentivi e ‘garanzie’ per permettere ai giovani di accedere ai mutui (onesti e non al 110% come a volte capitava). Ma di questo, perchè nessun gruppo politico parla?