Opere normalmente appese in qualche collezione privata o, più banalmente, su muri di case del nostro paese. L'Ecoistito Valle delle Ticino, durante le festività natalizie, ha realizzato un'interessante e curata mostra sugli artisti cuggionesi dell'800 e del '900. Autori noti e meno noti che, in epoche e condizioni di vita e lavorative differenti, dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse il bisogno, il grande attivismo culturale ed umano che ha sempre caratterizzato la comunità cuggionese.
Tra gli autori presenti: Don Giuseppe Albeni, Roberto Borsa, Giovanni Bossi, Gaetano Calcaterra, Italo Calcaterra, Riccardo Crespi, Carola De Agostini, Carlo Moroni, Augusta Oriani, Maria Oriani, Giuseppe Rossi e Renzo Venturini.
Riportiamo l'intervernto di Donatella Tronelli, tratto da 'La Città Possibile', per illustrare la mostra appena realizzata:
"La mostra vuol essere una prima testimonianza per immagini sugli artisti nati, vissuti o comunque strettamente legati a Cuggiono nell’arco di un secolo: per grandi linee, da metà Ottocento a metà Novecento. Prima testimonianza perché l’ambiente e le personalità che emergono meritano senza dubbio più approfondite indagini, per altro già avviate da qualche anno e che ci si augura l’odierna iniziativa possa ulteriormente stimolare, anche con il concorso della cittadinanza per il recupero di notizie, ricordi e opere. Emerge, innanzitutto, lo stretto collegamento con l’Accademia
milanese di Brera (del resto frequentata da quasi tutti gli autori proposti) e il vivace contesto che le gravita attorno nei decenni in questione, densi di sviluppi e rivolgimenti, se pur nella fedeltà alla cultura figurativa.
Così, pressoché seguendo l’evolversi storico dei linguaggi e delle tecniche espressive, nel nostro percorso espositivo, al nitore neoclassico delle sculture di Giovanni Bossi succede il verismo, quasi in presa diretta, dei paesaggi e delle vedute di Roberto Borsa e Giuseppe Rossi. Al loro deciso cromatismo fanno eco le velate atmosfere di Gaetano Calcaterra, di Don Giuseppe Albeni o di Augusta e Maria Oriani,
nel rimando simbolista a una natura come paesaggio dell’anima. Ugualmente nel ritratto,
altro tipico genere di tradizione lombarda, si ritrova l’eredità della Scapigliatura in Carola De Agostini, mentre segnatamente verista, dalla scuola di Cesare Tallone, appare Renzo Venturini. Più sperimentali le prove di Italo Calcaterra con la definizione dei volumi e il gioco mosso dei tocchi di spatola, per arrivare alla breve esperienza, tragicamente interrotta in Russia nel 1943, di Riccardo
Crespi, affascinato dalla metafisica dechirichiana. Una nota a sé tocca all’arte sacra, di cui Cuggiono e i centri limitrofi vantano segni importanti nei
luoghi di culto, dovuti anche agli artisti di cui si sta trattando.
La Madonna di Caravaggio che si presenta in mostra è una grande tela di Carlo Moroni, datata 1901, che fungeva da pala all’altare posto in fondo alla navata di sinistra della Chiesa Vecchia e oggi si trova nella Basilica di San Giorgio.
Una considerazione è forse doverosa. Da poco, in Santa Maria in Braida, si è conclusa la rassegna L’arte in prima pagina, con opere di autori “locali” contemporanei. Oggi si propongono le generazioni precedenti. Ne consegue una compiaciuta presa d’atto sull’ininterrotta e vivace vocazione artistica del nostro territorio". Donatella Tronelli