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Fuori campo

Cade la Juve, la Lazio in... 'scia'

Clamorose sconfitte per la capolista, ma soprattutto per Fiorentina e Inter. Bene, invece, il Milan e il Napoli, 3 punti preziosi, rispettivamente con Siena e Roma.

Apre il diciannovesimo turno di serie A, nonché primo dell’anno solare 2013, la sfida tra CATANIA e TORINO che termina per 0 a 0. Dopo i primi minuti in cui il match vive sul piano dell’equilibrio, arriva l’espulsione di Lodi tra le fila dei rossoblu. Nonostante ciò, è comunque il Catania che fa la partita con Bergessio , che colpisce la traversa su calcio di rigore, Almiron ed Izco che svolgono un gran lavoro di contenimento sugli avversari, smistano bene il gioco ed attivano i rapidi esterni d’attacco. Di contro, il Toro è rinunciatario e con pochissime idee in mezzo al campo, che vede il solo Cerci in grado di creare grattacapi all’ottima coppia centrale etnea Spolli - Legrottaglie nel primo tempo. L’inizio della seconda frazione di gioco vede ancora più vivace il Catania, con Barrientos e Bergessio tra i più attivi, anche se con il passare dei minuti la stanchezza per l’uomo in meno inizia a farsi sentire. Vengono così fuori i granata, che riescono a far maggior possesso palla: con l’ingresso di Birsa (che mette bei cross dalla fascia) e con lo slittamento di Vives in mediana (che da maggiori geometrie) non si limitano più alle sole ripartenze, ma vanno vicino alla rete con il neo entrato Verdi nei minuti finali, anche se il risultato non cambia. Il secondo anticipo del sabato vede la LAZIO imporsi per 2 a 1 sul CAGLIARI. La gara è sin da subito intensa, con i sardi, in gran forma fisica, che, oltre a mettere in difficoltà i padroni di casa grazie soprattutto al buon lavoro di contenimento e regia della propria mediana, con un Conti e un Nainggollan super (a cui capita la miglior occasione sventata da Marchetti), offrono buoni palloni per i rapidi Ibarbo e Sau e schierano una difesa attenta e precisa. I biancocelesti, invece, faticano a produrre gioco a centrocampo e si affidano soprattutto a giocate individuali, con Lulic (tra i più attivi) che si costruisce una buona occasione ed un unico lampo di Hernanes, che manda in porta Klose con un gran lancio, anche se il tedesco spreca clamorosamente dopo aver scartato il portiere. Il secondo tempo vede la buona verve del Cagliari, premiata con il gol del vantaggio di Sau che, dopo una bella incursione centrale, trova il destro vincente nell’angolino. A questo punto, la Lazio si riversa nella metà campo avversaria, esponendosi ai contropiedi dei rapidi attaccanti sardi, che però non portano alla rete che avrebbe chiuso la partita, grazie alla buona solidità della difesa biancoceleste. La Lazio riesce a sfruttare la maggiore fisicità dei suoi giocatori, trovando, da palla inattiva, la rete del pari con Konko, e, nei minuti finali (grazie anche al positivo ingresso di Candreva che da maggior spinta sulla fascia destra) il gol vittoria su rigore. Il match del mezzogiorno vede la sfida tra UDINESE e INTER che si conclude per 3 a 0 a favore dei padroni di casa. Il risultato non rispecchia, però, la buona prova dei nerazzurri, che disputano un buon inizio di gara, seppur penalizzati dall’assenza di Milito, sostituito da Palacio che si adatta al ruolo e si vede negato un dubbio rigore. L’Udinese non resta a guardare: è il solito Di Natale che, su bellissima punizione, colpisce la traversa. Sul fronte opposto, Gargano spreca una buona possibilità a campo aperto, a cui risponde ancora Di Natale, vanificando però l’occasione costruita.
Positiva anche la prova di Cassano, bravo a cambiare di continuo posizione per cercare di creare giocate positive per i suoi. Negative, invece, le prestazioni di Pereira e Jonathan, troppo alti nelle loro posizioni, che mostrano spesso le spalle agli avversari, senza riuscire a contenerli. A fronte di un primo tempo complessivamente equilibrato, il secondo, dopo una buona opportunità per Palacio che sbaglia da ottima posizione, vede arrivare il gol di Di Natale, a causa di un errore della difesa interista, che si fa trovare fuori posizione. Segue l’espulsione di Jesus per doppia ammonizione, che lascia i nerazzurri in dieci. La squadra di Guidolin non si fa sfuggire l’occasione ed è Muriel a firmare il 2 a 0 su contropiede, favorito dalla superiorità numerica dei padroni di casa, che concludono la partita con la terza rete realizzata dal solito Di Natale, autore così di una doppietta personale. Perde a sorpresa la FIORENTINA, che in casa si vede sconfitta per 2 a 0 dal PESCARA. Eppure i viola, soprattutto nel primo tempo, dominano il match con il trio Valero - Pizarro - Aquilani, che dettano alla meraviglia i tempi di gioco, innescando gli esterni Paqual e Cuadrado e le punte (clamorosa la palla sprecata da Toni nei primissimi minuti di gara, oltre ai tentativi di Valero e Aquilani, splendidamente sventati dal portiere Perin). Il Pescara, invece, si limita a difendere con ordine, aggrappandosi alle parate del proprio portiere, che neutralizza ogni tentativo viola, a fronte di un attacco sterile, che produce un solo tentativo di testa di Jonathas. Nella ripresa, il copione sembra non cambiare, con la Fiorentina che attacca a spron battuto alla ricerca del vantaggio, ma ecco che gli abruzzesi (seppur badino solo a difendersi) riescono a realizzare il gol con Jonathas nell’unica loro sortita offensiva. I padroni di casa, a questo punto, nonostante manchi molto alla fine, subiscono un’enorme botta morale al punto da attaccare con meno convinzione nei propri mezzi, tentando spesso giocate frenetiche ed individuali, senza sviluppare al meglio l’azione in modo corale. Tra i più positivi per i viola, il neo entrato Ljajic che, insieme a Jovetic, crea le migliori occasioni, anche se la rete del pari non arriva ed anzi il Pescara, beneficiando positivamente dell’effetto del vantaggio, riesce anche a gestire il possesso palla per buoni tratti e a chiudere il match con Celik, che sfrutta un grave errore di Roncaglia e trafigge Neto per il 2 a 0 finale. Vince il MILAN, che sconfigge per 2 a 1 il SIENA e si fa portatore in campo di un bell'esempio di solidarietà, giocando con le maglie che ritraggono la scritta “Say no to racism” a fronte del recente episodio avvenuto nell’amichevole infrasettimanale contro la Pro Patria. Primo tempo equilibrato, con i toscani che, come da pronostico, si applicano quasi esclusivamente a difendersi, così che i centrocampisti rossoneri, imbrigliati dalle marcature, faticano a costruire palloni giocabili per gli attaccanti, con il solo El Shaarawy pericoloso in due episodi. Il secondo tempo vede (dopo una delle rare occasioni create dal Siena con Rosina, ben sventata da Abbiati) venire fuori il Milan, con l’azzeccatissimo cambio di Bojan e con lo spostamento di Boateng in mediana sul centro destra. Ed è proprio da due cross dalla destra di Boateng che arriva, prima il quasi gol con El Shaarawy, che conclude a lato da ottima posizione, e successivamente la rete con Bojan, che colpisce al meglio di testa su splendido cross del compagno per l’1 a 0. A seguire, ecco anche il 2 a 0 con Pazzini, che realizza un rigore dubbio per fallo ai suoi danni, che sembra chiudere la partita, ma ecco che negli ultimi minuti arriva a sorpresa per i toscani il gol del neo entrato Paolucci, ma è troppo tardi per la rimonta e il risultato non cambia. Coglie un’importantissima vittoria salvezza il GENOA, che si impone a domicilio per 2 a 0 sul BOLOGNA. Gara con il coltello tra i denti per i padroni di casa, che mettono in campo grinta e cattiveria agonistica da vendere, a fronte di un Bologna poco incisivo e nervoso, che fatica per tutto il match a produrre occasioni degne di nota. Sembra funzionare il 4-4-2 di Del Neri, con una difesa finalmente attenta, l’ottimo lavoro di interdizione di Kucka, con la spinta di Rossi e Vargas, finalmente in condizione, che servono buoni palloni per la coppia Borriello - Immobile. Nel primo tempo, le occasioni capitano proprio sui piedi di Kucka e di Immobile, che però non trovano il bersaglio grosso, anche se il secondo confeziona uno splendido assist per Borriello, dopo una gran triangolazione tra i due, con la punta che realizza l’1 a 0 e successivamente il 2 a 0, approfittando di un’indecisione della difesa rossoblu. Notte fonda per il Bologna, che nonostante l’ingresso di Diamanti ed Acquafresca, non riesce a creare seri grattacacapi agli avversari, che portano a casa una meritatissima vittoria. Vince per 1 a 0 il CHIEVO VERONA sull’ATALANTA. Minuti iniziali molto tattici, con le due squadre che stanno attente a non scoprirsi, con i bergamaschi primi a creare buone azioni, grazie alla vivacità di De Luca e Bonaventura, con quest’ultimo e Raimondi che hanno le occasioni più interessanti, a fronte di un Chievo che risente della maggior qualità dei centrocampisti avversari, anche se ha il merito di dimostrarsi cinico nell’unica occasione creata fino a quel momento, con Cofie che realizza al volo su splendido assist di Théréau. Il secondo tempo vede l’Atalanta in avanti alla ricerca del pareggio. Va vicino alla rete con Bonaventura (tra i più attivi per i suoi) con i veronesi che beneficiano degli spazi inevitabilmente lasciati dagli avversari, cercando di colpire di rimessa con Théréau e Stoian, che vanno vicini al gol, e con alcuni tentativi da fuori area di Guana, stando però attenti a non scoprirsi troppo, portando così a casa un importantissimo risultato. In questa rocambolesca giornata di campionato, perde anche la JUVENTUS, che viene sconfitta in casa per 2 a 1 dalla SAMPDORIA. Parte meglio la Vecchia Signora, che nonostante importanti assenze per infortuni, impone da subito il proprio gioco, grazie alla grande qualità e fisicità del suo centrocampo, oltre che alla buona prova degli esterni, che spingono con continuità. Sono Pogba e, soprattutto, Giovinco ad avere le migliori occasioni, con il secondo che prima sfiora il gol, concludendo di poco a lato, e poi trasforma il rigore dell’1 a 0, procurato da Marchisio. La Samp, però, non sta a guardare e reagisce grazie soprattutto al dinamismo del suo centrocampo, con Obiang e Poli (autori di una buona prova) che danno grande quantità in mezzo al campo e fungono da diga per la difesa, che regge bene anche dopo l’espulsione di Berardi avvenuta al trentunesimo del primo tempo. A questo punto, nonostante la buona prova, i blucerchiati sembrano destinati a soccombere, a fronte di una Juve che si vede negare un rigore netto, che avrebbe chiuso la partita. Ma ecco che poco dopo accade l’impensabile: Icardi, ben lanciato in profondità sulla destra, incrocia il destro dell’1 a 1, con Buffon che compie un goffo intervento e, successivamente, nella stessa zona di campo in cui è stato impiegato il neo acquisto Peluso (come terzo di sinistra della difesa a 3, ruolo a lui assolutamente sconosciuto) arriva la rete del 2 a 1 ancora con Icardi che, lanciato alla perfezione da Obiang da posizione defilata, colpisce di potenza sul primo palo, trafiggendo il portiere avversario. La Juve mette in campo tutta “l’artiglieria pesante” di cui dispone, inserendo Quagliarella e Vucinic, che si rendono protagonisti delle azioni più interessanti. Clamorose quelle fallite dal montenegrino: prima colpisce la traversa da ottima posizione e poi, a pochi centimetri dalla porta, spara fuori, così che gli ultimi tentativi bianconeri risultano vani e non riescono ad evitare la clamorosa sconfitta finale. La sfida tra PALERMO e PARMA si conclude per 2 a 1 a favore dei gialloblu, seppur gli stessi fatichino molto nel primo tempo, che vede sostanzialmente solo Palermo quale squadra corta, compatta in fase difensiva e pericolosa in quella offensiva, soprattutto con Ilicic, che si costruisce due buone occasioni con il suo magico sinistro, senza però trovare la rete, a fronte di un Parma molle, i cui centrocampisti, per merito della mediana avversaria e del loro gran pressing, non riescono a servire palloni giocabili per le punte, comunque inizialmente spente ed abuliche. Il secondo tempo vede, invece, il copione del match cambiare, con i gialloblu che escono dagli spogliatoi con uno spirito più combattivo, con gli esterni che spingono maggiormente e gli attaccanti che vengono serviti con più precisione. Inoltre, la maggior spinta sulle fasce, favorisce la concessione di diversi calci d’angolo, che permettono di sfruttare la maggior fisicità dei giocatori emiliani, con il gol che arriva proprio da palla inattiva con Belfodil. Il Parma, galvanizzato dal vantaggio, sembra addirittura poter chiudere il match e crea altre occasioni, a fronte di un Palermo che, demoralizzato dal gol, pare disunirsi e fatica ad arginare gli avversari. Ecco però che nel finale, con la forza dell’orgoglio, i rosanero cercano il pareggio, che arriva con il neo entrato Budan e successivamente è Brienza a sbagliare clamorosamente davanti al portiere avversario. Di contro, il Parma, che rischia di capitolare negli ultimi istanti di gara, trova con Amauri il gol vittoria, su papera di Benussi, sancendo così una insperata vittoria, che condanna il Palermo ad una posizione di classifica sempre più deficitaria. Il posticipo serale della diciannovesima giornata di serie A termina 4 a 1 per il NAPOLI, che sconfigge in casa la ROMA. Partono meglio i partenopei grazie alla qualità di Pandev, che trova nei primi minuti Cavani che scatta perfettamente tra i due distratti difensori centrali romanisti infilando così il portiere avversario. Subito dopo, un’altra giocata di Pandev, crea un’ulteriore pericolosa possibilità per l’autore del primo gol, che però la spreca. La Roma, un po’ in balia dell’avversario, viene fuori alla grande, al punto che il centrocampo azzurro fatica a limitarne le incursioni, con un Inler sottotono, consentendo così ai giallorossi di attaccare con coralità e con Totti in gran forma, che sforna assist per i compagni, in particolare quello per Destro, che si fa però ipnotizzare da De Sanctis, proprio come Pjanic e Lamela. Il primo tempo si chiude con un Napoli appannato ed in difficoltà a limitare le ripartenze avversarie. Nonostante ciò, giova a suo favore la presenza di uno dei più grandi attaccanti del mondo, Cavani, che a inizio ripresa riesce a realizzare il gol del 2 a 0. A questo punto la Roma alza il proprio baricentro, esponendosi ai pericolosi contropiedi del Napoli, rischiando di subire un altro gol con Hamsik, ma al contempo creando buone occasioni, con Destro, Pjanic e Lamela, ancora ipnotizzati da De Sanctis. Con l’inserimento di Dzemaili, Mazzarri cerca di irrobustire il centrocampo, ma è ancora una volta Cavani che da calcio d’angolo segna di testa il 3 a 0, togliendo ai suoi le castagne dal fuoco. La Roma tenta il tutto e per tutto, beneficiando positivamente dell’ingresso di Osvaldo, che trova la rete del 3 a 1, e va successivamente vicino ad accorciare le distanze con Bradley. Visti gli enormi spazi lasciati anche a seguito dell’espulsione di Pjanic, i giallorossi subiscono il 4 a 1 di Maggio. L’Epifania porta con sé una giornata piena di stravolgimenti, con la clamorosa sconfitta della Juventus e quelle altrettanto inaspettate di Inter e Fiorentina. Ne approfittano il Napoli, a meno sette dalla vetta, ma soprattutto la Lazio, distante ora solo 5 punti dalla capolista.

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