La Juve c'è, risponde la Lazio, tengono il passo anche Inter e Fiorentina
Il primo anticipo della diciottesima giornata dell’anno solare di Serie A ha inizio con la sfida tra PESCARA e CATANIA che si conclude per 2 a 1 a favore degli abruzzesi.
Il copione della gara è sin da subito chiaro, con gli ospiti che fanno valere il loro maggior tasso tecnico a centrocampo, con la qualità di Lodi e Almiron, allargando bene il gioco soprattutto sulle fasce ed ispirando spesse volte i vivaci attaccanti etnei.
Sono infatti prima Gomez, liberato da una bella azione sviluppatasi sulla sinistra, a concludere di poco a lato, a seguire Castro, che si invola verso la porta e prende un palo clamoroso ed infine Izco, che colpisce troppo esternamente da buona posizione. Il Pescara, dal canto suo, difende con ordine ed è abilissimo a concretizzare una delle rare azioni create, con Weiss che trova Celik, che inchioda con un bel destro l’1 a 0.
Il Catania, nonostante lo svantaggio, continua ad attaccare, trovando poco dopo il pareggio, con Barrientos, su azione fotocopia del gol avversario.
Il secondo tempo vede sempre gli etnei creare le migliori azioni, con Barrientos e Bellusci, a fronte dell’unica creata con Celik per gli abruzzesi, che negli ultimi minuti di gara vengono però premiati: e' infatti Togni a trovare il gol su punizione all’ultimo istante, approfittando di un errore di Andujar.
Il secondo anticipo del venerdì vede di scena la sfida tra CAGLIARI e JUVENTUS, che si disputa a Parma, per i noti problemi che investono da tempo lo stadio Is Arenas di Quartu Sant’Elena.
Il Cagliari parte bene, mettendo grande dinamismo, limitando notevolmente le ripartenze avversarie e creando anche interessanti azioni offensive, con Sau particolarmente ispirato, che si procura dopo pochi minuti il rigore, freddamente trasformato da Pinilla.
La Juve non ci sta e nonostante la buona organizzazione dei sardi, inizia a creare maggiori pericoli, con Quagliarella che va vicino al gol del pari.
Il secondo tempo vede i bianconeri prendere in mano le redini del match, con i propri centrocampisti che salgono maggiormente di intensità, lanciando attaccanti ed esterni, schiacciando gli avversari, che sono costretti a chiudersi e a difendersi, senza mai riuscire a contrattaccare con pericolosità.
E' così che il muro del Cagliari inizia a disgregarsi: continui sono i contrattacchi degli avversari, che vanno prima vicini al gol su convulsa azione da calcio d’angolo e, dopo l’espulsione di Astori, prendono possesso in pianta stabile della mediana avversaria, senza più lasciarla, a fronte di un Cagliari stanco ed in affanno per il gran dispendio fisico speso fino a quel momento. E' prima Asamoah che colpisce fuori (subendo però una spinta che meritava il rigore) e successivamente, dopo un penalty fallito da Vidal, e' Padoin a sfiorare il gol, che arriva negli ultimi minuti di gara con il neoentrato Matri che realizza l’1 a 1, con il raddoppio, che arriverà poco dopo per il 2 a 1 rendendo inutile la precedente miracolosa parata di Agazzi su Asamoah. Sarà poi Vucinic a sancire il 3 a 1 finale.
Il lunch match del sabato vede di scena INTER e GENOA.
Nel primo tempo, la gara vede un Genoa molto attento in fase difensiva, fermando spesso le trame di gioco avversarie, con un Inter, che nonostante il tridente, crea rare occasioni degne di nota.
Gli unici pericoli di marca interista sono propiziati entrambi da due giocate di Cassano, che prima cerca Milito, (ben anticipato da Frey) e, successivamente, pesca con una bella palla Palacio che taglia alle spalle della difesa, stoppando però male il pallone a tu per tu con il portiere francese, abile a respingere.
Il Genoa, dal canto suo, oltre ad avere una fase difensiva quasi perfetta, con un Granqvist pressoché insuperabile, tenta, quando può, alcune sortite offensive. Sviluppa il gioco soprattutto sugli esterni, con Rossi, Kucka e Vargas che cercano le punte al centro, con il peruviano, che conclude anche con un tiro da fuori a lato, anche se l’azione più pericolosa dei rossoblu è propiziata da Bertolacci che sfonda centralmente, e dopo aver saltato un paio di uomini, serve Immobile, che conclude di destro, con l’attento Handanovic, che respinge.
Nel secondo tempo, l’Inter non ci sta: vuole la vittoria, alza il baricentro e attacca maggiormente, schiacciando spesso l’avversario, con gli uomini offensivi, che con la mancanza della qualità di Guarin, si affidano al talento di Cassano, che trova pregevoli giocate per i compagni.
E' prima Milito (spento fino a quel momento) che cerca di imitare Cassano negli assist, trovando per ben due volte Palacio, che spreca in entrambe le circostanze, grazie anche alla bravura di Frey. Ancora: lo stesso Milito si mette in proprio, concludendo a lato da buona posizione.
Il Genoa però, trova la ripartenza che fa male: Antonelli serve Immobile, che salta Ranocchia e trafigge Handanovic, non esente da colpe.
L’Inter, a quel punto, vede ancora Cassano salire in cattedra, trovando Cambiasso con un bel cross, con l’argentino che insacca di testa l’1 a 1. La rete da' morale all’Inter, che cerca fino all’ultimo il gol vittoria, con il neo entrato Livaja, che colpisce un palo clamoroso, sprecando la migliore occasione per i suoi, non riuscendo a evitare il pareggio finale.
Si conclude per 1 a 1 la sfida tra ATALANTA e UDINESE. Le due squadre si fronteggiano a viso aperto, mostrando una buona organizzazione tattica e un buone trame di gioco, con le occasioni, che nel primo tempo si equiparano. Sono prima i friulani ad andare in vantaggio nel primo tempo con Muriel, mentre gli atalantini trovano l'1 a 1 finale con un rigore trasformato da Denis. La restante parte del secondo tempo non vede nessuna delle due squadre cercare con insistenza la rete, per un pareggio finale, che tutto sommato accontenta entrambe.
Coglie un'importantissima vittoria il PARMA, che si impone a BOLOGNA per 2 a 1.
Il primo tempo vede protagoniste le attente retroguardie delle due squadre che limitano notevolmente gli attaccanti avversari.
Nel secondo tempo, la partita si accende, con entrambe le compagini alla ricerca del vantaggio, lasciando le difese maggiormente scoperte, con il maggior rischio di subire dei contropiedi.
Sono i rossoblu a partire meglio nella ripresa, trovando, dopo alcuni tentativi, il gol in una convulsa azione con Sorensen, per poi, però, subire su un'incursione centrale, il gran goal di Valdes e, successivamente, di Sansone, ben servito sull’out di sinistra da Gobbi, che trova il 2 a 1.
I rossoblu, nonostante lo svantaggio, continuano a soffrire la velocità dei gialloblù, subendo soprattutto sulle fasce, sarà infatti su un’altra azione di contropiede, che Parolo, sprecherà il terzo gol, concludendo malamente in porta, al posto di servire il ben appostato Biabiany sul secondo palo.
Il Bologna, avrà comunque nel finale una reazione di orgoglio, con i tentativi di Diamanti, Gilardino e Kone, che non riusciranno però a trovare il pareggio finale.
Termina per 3 a 0 la sfida tra FIORENTINA e PALERMO.
La gara non ha praticamente storia, con i padroni di casa che prendono subito in mano le redini del gioco e lo dominano per quasi tutti i 90 minuti, grazie alla grande qualità del proprio centrocampo, con un Valero, in giornata di grazia come assist man per i compagni, con gli esterni scatenati (Cuadrado inarrestabile) e con l’attacco che vede la grande prova di Jovetic.
Il Palermo, dal canto suo, regge solo un tempo all’urto viola, non riuscendo quasi mai a creare azioni degne di nota, con Miccoli spento e con l’ assenza di Ilicic, che abbassa notevolmente il tasso tecnico della squadra, oltre ad una difesa spesso fuori posizione, che sbaglia molto, pur essendo punita oltre merito da 2 rigori non nitidissimi, che non tolgono però la netta superiorità dell’avversario.
I gol, tutti nella ripresa, portano la firma di Jovetic (prima su azione, poi su rigore) ed infine di Rodriguez, ancora su penalty, per il 3 a 0 finale.
Coglie un’importantissima vittoria la LAZIO, che si impone a Marassi contro la SAMPDORIA per 1 a 0.
Nel primo tempo, la gara è intensa ed equilibrata, con le due squadre che sviluppano il gioco sia sugli esterni, sia centralmente, grazie alle imbucate e ai tagli dei loro tecnici centrocampisti.
Il primo squillo è della Samp, con Icardi, il cui tiro viene deviato in corner da Marchetti, e successivamente con Eder, che con un bel destro chiama ancora alla grande risposta il portiere avversario, a fronte di una Lazio che concretizza la più nitida azione creata con Lulic, che sfonda sull’esterno e mette in mezzo, dove l’accorrente Hernanes, è abile ad insaccare di destro l’1 a 0.
Il secondo tempo, vede la Samp tentare una reazione, aumentando le incursioni nella metà campo avversaria, producendo alcune interessante azioni, con Poli prima e con Pozzi poi, che, dopo uno splendido scambio con un compagno, colpisce col destro, di poco a lato. ll possesso palla dei padroni di casa è però spesso sterile, con i biancocelesti abili a sfruttare gli spazi ,inevitabilmente lasciati dai blucerchiati, per colpire di rimessa con le incursioni di Lulic, Cavanda e Konko, che ha l’occasione di chiudere la partita, su splendido assist di Klose, ma il suo tiro viene rimpallato da uno strepitoso intervento di Rossini.
Coglie un importante successo il TORINO, che regola per 2 a 0 il CHIEVO VERONA.
E' un gran Toro quello che si presenta davanti al proprio pubblico, che mette in campo grinta da vendere, oltre ad un ordine tattico ed una grande attenzione difensiva, che gli permettono di subire al minimo le iniziative avversarie, non rinunciando, però, ad attaccare con forza sugli esterni, con un Cerci ispiratissimo, dalla cui parte arrivano i pericoli maggiori.
Il match, viene già chiuso nel primo tempo, con la sfortunata autorete di Sardo prima, e con la rete di Gazzi che riceve un bel pallone servitogli da Cerci e scarica in rete.
Il secondo tempo vede un Chievo Verona, spento e abulico (come nel primo) creare solo un buon tiro di Hetemaj, ben sventato da Gillet, per poi continuare a subire le iniziative granata, che non mollano di intensità, continuando a produrre diverse azioni da gol, la più nitida ancora con Cerci, per la meritata ed importantissima vittoria finale.
Il SIENA viene sconfitto dal NAPOLI per 2 a 0.
Eppure, la vittoria non è stata facile per i partenopei. Il primo tempo vede i napoletani sottotono, con pochissime occasioni create (un tiro fuori di Insigne) poco gioco e scarse idee, con la mancanza della qualità di Inler, che si fa sentire molto, vista anche la poco spinta degli esterni, a fronte di un Siena molto rinunciatario in zona offensiva, che bada quasi esclusivamente a difendersi.
Nel secondo tempo, però, i toscani, dopo aver ben retto le iniziative dei partenopei, per gran parte del match sono costretti a capitolare nei minuti finali, grazie al maggiore talento dei giocatori offensivi azzurri, con Cavani che prima pesca Hamsik, che si lascia ipnotizzare da Pegolo e, successivamente, con lo stesso Matador, che impegna di testa il portiere. Ecco che il gol arriva con Maggio, su bell’assist di Hamsik, e successivamente con Cavani, che realizza il rigore procurato dal neoentrato Pandev, per la vittoria finale, di un Napoli, apparso, comunque, non in gran forma.
L’ultima gara della giornata vede di scena la sfida tra ROMA e MILAN, che termina 4 a 2 a favore dei giallorossi.
Il match parte subito con ritmi molti elevati, con continui ribaltamenti di fronte, che portano al tiro, prima El Sharaawii per i rossoneri, e poi Osvaldo per i romani, che impegna Amelia in corner, sulla cui battuta, Burdisso segna di testa l’1 a 0.
Il Milan ha un sussulto, ma è un fuoco di paglia: El Shaarawy, infatti, viene lanciato solo davanti al portiere, ma si lascia ipnotizzare da Goicoechea, che esce alla perfezione, fermando l’attaccante.
Da quel momento in poi, il Milan si spegne, con la Roma, che con un De Rossi ritrovato, schierato titolare da centrale di centrocampo, smista bene la manovra, che si sviluppa ariosamente tra tutti gli effettivi, con gli attaccanti, che vengono serviti al meglio, potendo così esaltare le proprie caratteristiche offensive.
E’ su un’azione partita a sinistra che Totti, dopo uno scambio con Balzaretti, pennella per Osvaldo, che di testa, sovrasta Yepes per il 2 a 0 e, successivamente, arriva anche il terzo gol, questa volta con un incursione centrale di De Rossi, che, al posto di tirare, serve Lamela, che insacca il 3 a 0, a coronamento di un primo tempo di marca romanista stellare.
Il secondo tempo vede il Milan cercare la rete con poca incisività e convinzione, con Boateng, El Shaarawy, e Robinho, che con azioni personali, non riescono mai a creare gravi pericoli, a fronte di una Roma che, invece, controlla il match, non mollando di un centimetro, pressando continuamente gli avversari, non rinunciando affatto ad offendere, trovando, anche, il quarto gol ancora con Lamela, che colpisce di testa, sancendo la disastrosa giornata dei difensori milanisti.
Nel finale, i giallorossi hanno un calo di pressione, con il Milan che, beneficiando dell’espulsione di Marquinhos, trova più spazio, realizzando il gol con Pazzini su rigore e, successivamente, il 4 a 2 con Bojan, con gli ultimi e tardivi tentativi, che non servono però a riaprire la partita, vinta con grande merito dalla Roma.
In conclusione, tengono il passo della Juve, la Lazio, seconda e distante otto punti dalla vetta, oltre all’Inter e alla Fiorentina, appaiate al terzo posto, con un Napoli, che nonostante la vittoria, vede allontanarsi la capolista, distante ora ben dieci lunghezze, visti anche i due punti di penalità inflittagli.