I bianconeri volano a più sette e più otto sulle inseguitrici Inter e Napoli, entrambe sconfitte. Lazio e Fiorentina si fanno 'sotto', perde terreno, invece, la Roma.
Il primo anticipo del sabato vede di scena UDINESE - PALERMO che danno vita ad un intenso match, che termina sul punteggio di 1 a 1. Il primo tempo vive di sostanziale equilibrio, con entrambe le squadre che prestano molta attenzione alla fase difensiva, cercando di ripartire quando ne hanno la possibilità. Come logico, la gara vive soprattutto di giocate individuali. È prima Miccoli, che si gira magistralmente in area di rigore concludendo di poco a lato, poi Ilicic, che dopo una percussione centrale, trova il sinistro vincente, approfittando di un goffo intervento di Brkic. Anche i friulani costruiscono azioni pericolose, quella di Basta su tutte che dopo una bella incursione conclude di poco a lato. Il secondo tempo vede il copione del match cambiare drasticamente, con l’Udinese, che vista l’espulsione di Heurtaux, è costretta a subire il Palermo, che con la superiorità numerica, alza notevolmente il raggio d’azione dei suoi uomini offensivi, creando numerose azioni importanti (con Rios, Ilicic, Pisano e Brienza) tutte sventate da uno strepitoso Brkic, che si riscatta ampiamente dal gol subito nel primo tempo. Nonostante tutto, i friulani trovano incredibilmente il pareggio finale su iniziativa di Muriel, con Ujkani che non trattiene una sua conclusione e Di Natale è subito abile ad insaccare in rete. Il secondo anticipo del sabato vede di scena la sfida tra LAZIO e INTER, che termina per 1 a 0 a favore dei biancocelesti. Gara sin da subito intensa e dagli alti contenuti tecnici, con la Lazio, che pur senza creare clamorose occasioni da rete, si fa preferire all’Inter, che è si attenta alla fase difensiva, ma è quasi inesistente in quella offensiva, con Cassano e Milito spenti ed abulici. L’avversario, di contro, produce un bel tiro di Ledesma e un’azione di contropiede con Klose che, lanciato da Mauri, viene a contatto con Guarin, invocando il rigore che pare non esserci. Il secondo tempo vede, invece, l’Inter prendere le redini del match, alzando notevolmente il baricentro ed attaccando con insistenza verso la porta laziale, con gli esterni che partecipano maggiormente alla manovra offensiva. Il maggior pericolo viene però prodotto da incursioni centrali, con l’ottimo Guarin, che pare trovarsi a meraviglia in posizione di trequartista, esaltando le sue doti tecniche e il suo strapotere fisico, prima concludendo di poco a lato col sinistro e, successivamente, su altra iniziativa personale, colpendo il palo alla sinistra di Marchetti. Il forcing dei nerazzurri è continuo e sono ancora loro ad essere maggiormente pericolosi nella seconda metà del secondo tempo con Nagatomo, che serve Cassano che colpisce a giro, con un Marchetti strepitoso sulla respinta. E’ proprio nel momento di massimo sforzo dell’Inter (che va ancora vicino al vantaggio con Palacio) che la Lazio colpisce l’avversario: Mauri trova con un grande assist per Klose, abilissimo a scattare in mezzo ai centrali interisti e ad insaccare di destro, suggellando una preziosissima vittoria. Nonostante i nerazzurri ci provino fino all’ultimo, non arriva il pareggio che avrebbero meritato. Il lunch match vede di scena FIORENTINA e SIENA, che termina con un fragoroso 4 a 1 a favore dei viola. Parte subito a mille la Fiorentina, che mette sotto scacco l’avversario, grazie alla qualità del suo centrocampo, che lancia alla perfezione gli attaccanti, pressa gli avversari e mette in moto continuamente i brillanti esterni, Romulo (in sostituizione di Cuadrado) e soprattutto Pasqual, autore di una grande prova. Sono prima Aquilani e poi Roncaglia a sfiorare il gol, che però è nell’aria e arriva puntuale con Toni di testa, e successivamente con Pizarro, che trasforma un rigore, e ancora Aquilani, che su cross dalla destra, insacca a porta vuota, sancendo la fine del primo tempo sul 3 a 0. Il Siena, praticamente impalpabile nel primo tempo (eccezione un colpo di testa di Calaiò) tenta una reazione all’inizio della seconda frazione: alza il baricentro della squadra (sgravando i centrocampisti da compiti difensivi) e cerca sbocchi soprattutto sugli esterni, che salgono maggiormente. La mossa non ha però gli effetti sperati: il possesso della palla è spesso sterile, poche sono le occasioni degne di nota, con Calaiò ed i soli Sestu e Rosina che tentano alcune azioni personali, con quest’ultimo che trova il neoentrato Reginaldo per il gol del 3 a 1. Nonostante il calo di tensione, la Fiorentina continua a controllare il match, trovando anzi il 4 a 1 ancora con Toni e sbagliando persino un rigore con Aquilani per una meritatissima vittoria finale. Vince per 4 a 1 il MILAN, che si impone per 4 a 1 sul PESCARA. Grande partenza per i padroni di casa, che mettono sin da subito il piede sull’acceleratore attaccando coralmente con gli attaccanti ben supportati dagli esterni De Sciglio e Constant, che garantiscono grande spinta per tutto il match, producendo sin da subito interessanti occasioni con Nocerino che trova il gol su bell’assist di El Shaarawy. Il Milan continua ad attaccare per tutta l’intera frazione, con Robinho e Pazzini tra i più attivi, a fronte di un Pescara, che dopo aver subito il gol e il pressing dei rossoneri, mette la testa fuori, tentando alcune ripartenze, creando un colpo di testa con Abbruscato, che termina a lato, e una bella conclusione di Togni, deviata in corner da Amelia.
Il secondo tempo vede un buon Pescara che con l’entrata di Celik e un differente assetto tattico, cerca di reagire, creando buone sovrapposizioni sugli esterni, che consentono alle punte di usufruire di maggiori palloni giocabili, con Bjarnason che di testa impegna Amelia. Non si arrende neanche dopo la sfortunata auotorete di Abbruscato, e riesce a trovare di testa con Terlizzi il 2 a 1. Dopo il gol, il Milan ha alcuni minuti di sbandamento difensivo e lascia spazi nella trequarti campo agli avversari, che vanno vicino al pareggio con un tiro di Balzano, che colpisce il palo, a difesa rossonera (portiere compreso) immobile. Il Pescara, a questo punto, si fa male da solo, con un’altra sfortunata autorete (questa volta di Jonathas), così da non riuscire più a rialzarsi. Lascia campo agli avversari, fatica a chiudere e concede al Milan diverse ripartente, con Pazzini che, ben servito sulla destra, trova El Shaarawy per il 4 a 1 finale. Vince a domicilio la JUVENTUS, che regola per 3 a 0 l’ATALANTA.
Pronti via ed è subito Vucinic, su assist di Giovinco, a trovare un bel destro che si infila nell’angolino. L’Atalanta, colpita a freddo, si vede regalare da Marrone l’occasione del pareggio, con il difensore che serve involontariamente Denis, che da distanza ravvicinata viene fermato da un grande intervento di Buffon. Da questo momento in poi è solo Juve, con lo strapotere tecnico del centrocampo e la dirompente forza degli esterni, che costringono l’Atalanta a subire costantemente. E’ prima Chiellini a sfiorare il gol, poi è Pirlo che trova il 2 a 0 con una gemma su calcio di punizione e, quindi, Giovinco a impegnare Consigli, sfiorando il 3 a 0, che arriva comunque con Marchisio con un bel destro da fuori area. La partita, già critica per i nerazzurri si vede chiusa virtualmente con l’espulsione di Manfredini, che lascia i suoi in dieci, per un secondo tempo in cui la Juve propone una miriade di occasioni da rete con Giovinco, Quagliarella e Vidal su tutti, a dispetto di un’Atalanta, che con l’uomo in meno e sotto di tre gol, riesce a creare una sola occasione con la forza dell’orgoglio, con Peluso. Viene sconfitta un po’ a sorpresa la ROMA (la cui corsa pareva essere inarrestabile) sul campo del CHIEVO VERONA, per 1 rete a 0. A dispetto del risultato, sono però i giallorossi a fare la partita, con gli esterni che supportano attaccanti e centrocampisti nella manovra offensiva, spingendo tantissimo, con Balzaretti che impensierisce Sorrentino e con le occasioni di Osvaldo, Florenzi e Totti che si fa notare con uno splendido sinistro al volo, che termina di poco fuori. Il Chievo Verona è spesso costretto a difendersi, creando solo sporadiche e poche pericolose azioni di rimessa, con Thereau e Sardo, che non riescono però a creare seri grattacapi alla difesa romanista. Nel secondo tempo, è sempre la squadra di Zeman a fare la partita, con l’ingresso di Lamela che dà maggiore vivacità all’attacco e con Balzaretti che, atterrato in area, non si vede concedere un rigore che pare evidente. Di contro, i veneti, dopo aver cercato di pungere in contropiede, trovano il gol proprio sulla ripartenza successiva al mancato rigore su Balzaretti, con Pellissier, che scattato in posizione dubbia, scavalca Goicoechea per l’1 a 0. Finisce per 1 a 1 il match tra GENOA e TORINO. Il primo tempo è equilibrato, con continui ribaltoni e azioni interessanti da una parte e dell’altra, anche se è il Toro a passare in vantaggio con Bianchi, che insacca di testa, e successivamente il Genoa, dopo alcuni buoni tentativi che vedono Vargas come protagonista, trova il pareggio con Granqvist, che di testa impatta l’1 a 1. Il secondo tempo, vede inizialmente il Genoa maggiormente propositivo con Rossi, ben servito dai compagni, che trova il gol, che viene però annullato per fuorigioco. Successivamente è Vargas, uno tra i migliori dei suoi, che pennella uno dei tanti precisi cross della sua partita, con Immobile, che colpisce di testa senza però riuscire ad angolare. Da questo momento in poi, i padroni di casa calano fisicamente e si spengono lentamente, lasciando spazi agli avversari, con le ripartenze di Cerci che, oltre ad impensierire spesso Frey, funge da uomo assist, come quando serve prima Sgrigna, che colpisce la traversa, e successivamente Vives, che di testa sfiora il palo. Vince per 3 a 1 il CATANIA, che batte la SAMPDORIA.
Sono i liguri a farsi preferire nella prima frazione di gioco, con Icardi, molto propositivo, che prima si procura il rigore, trasformato da Maresca, e successivamente va vicinissimo alla rete grazie a diverse buone occasioni che, però, non si concretizzano. La mancanza di concretezza della Samp costa cara: nella ripresa, infatti, gli etnei si accendono con i loro uomini offensivi che danno una svolta alla partita. Bergessio, grande protagonista, trova prima Paglialunga per l’1 a 1 e successivamente si mette in proprio, con il 2 a 0 su assist di Marchese. Protagonisti sono ancora gli esterni offensivi, con Barrientos che trova Castro per il 3 a 1 finale, a fronte di una Samp, che subisce la forza d’urto offensiva, non riuscendo più a pungere come nel primo tempo, per un’inevitabile sconfitta finale. Termina per 4 a 1 a favore del PARMA la sfida contro il CAGLIARI. Il primo tempo vede una partita combattuta tra due squadre che si fanno apprezzare per il bel gioco prodotto, prima con Sau, che insacca l’1 a 0 con un bel pallonetto, al quale segue l’immediato pareggio del Parma con Belfodil. La gara continua ad essere agguerrita, anche se il Parma aumenta l’intensità degli attacchi sugli esterni, con il Cagliari che fatica a difendere sulle fasce, oltre alle individualità dei gialloblu che si mettono in moto. Biabiany trova il gol dopo un’azione corale dall’out di sinistra e Valdes, dopo aver distribuito assist per i compagni, trasforma un dubbio rigore, che di fatto taglia le gambe ai sardi, fino ad allora in partita, le cui conclusioni, soprattutto dalla distanza, vengono però ottimamente sventate dal portiere Pavarini. Arriva nel finale anche il 4 a 1 ancora con Belfodil, su bella azione personale, per un risultato, che seppur meritato, appare esageratamente rotondo. Il posticipo serale vede di scena la sfida tra NAPOLI e BOLOGNA, che termina a sorpresa, con la vittoria dei rossoblu per 3 reti a 2. E’ perfetto l’approccio alla gara degli ospiti, che partono sin da subito con grande grinta e cattiveria agonistica, trovando l’1 a 0 con Gabbiadini, su cross di Cherubin. Il Napoli prova a reagire con Hamsik che cerca di illuminare tra le linee e trovare gli attaccanti in profondità, e con Cavani, che cerca di farsi pericoloso su azione, andando vicino al gol su punizione. Il Bologna, però, non arretra il baricentro e non si fa schiacciare, difendendo molto bene, e ripartendo, soprattutto sulla sinistra, con le giocate di Diamanti prima e Guarente poi, che trova Gilardino, che segna il 2 a 0 annullato per sospetto fuorigioco millimetrico, così che la prima frazione di gioco termina sull’1 a 0. Nel secondo tempo, il Napoli produce una veemente reazione, schiacciando temporaneamente gli avversari nella loro metà campo, con l’ingresso di Pandev, che da maggior qualità alla squadra, che sviluppa il proprio gioco soprattutto sulla sinistra, con Zuniga propositivo e Cavani ed Insigne che entrano maggiormente nel vivo del gioco. Il forcing dei partenopei produce, su uno dei rari errori della difesa rossoblu, il gol del pareggio su iniziativa di Insigne, che trova in mezzo Gamberini che appoggia in rete. Successivamente sfiorano un’altra rete con Pandev, che da azione di contropiede trova Cavani in area, ma è abilissimo Agliardi a sventare il pericolo. La pressione del Napoli, con il passare dei minuti, si affievolisce lentamente, con gli emiliani che possono così ripartire, riuscendo anche a riorganizzarsi in fase difensiva. Ma è proprio quando il Bologna riesce a tenere di nuovo bene il campo che Insigne, fino ad allora non in gran serata, trova un assist al bacio per Cavani, che insacca di testa il 2 a 1. La partita sembra girare definitivamente a favore del Napoli, che però non riesce ad usufruire degli spazi lasciati dal Bologna, con Hamsik e Pandev, spesso imprecisi nell’ultimo passaggio, e Cavani egoista e sprecone. Il Bologna, che ha il merito di crederci fino in fondo, trova negli ultimi minuti l’insperato pareggio con il neoentrato Konè, che con una mezza rovesciata al volo trova un gol da cineteca, e successivamente con Portanova, che al rientro dopo quattro mesi di squalifica, regala ai suoi la meritata vittoria, anticipando i difensori con uno splendido colpo di testa.
Tirando le somme, grande passo avanti per la Juve, che approfitta dei contemporanei scivoloni di Napoli ed Inter, andando addirittura a più sette sulle avversarie, con Lazio e Fiorentina, che si avvicinano al secondo posto, mentre vi si allontana la Roma, visto lo stop inatteso.