Da quando il progetto ‘Buscate sostenibile’ è stato presentato pubblicamente dall’Amministrazione con un’assemblea a fine ottobre, tanti sono stati gli sviluppi che l’hanno interessato. A partire dalla petizione popolare ‘La terra della Cava deve tornare ai buscatesi’, promossa dal Comitato di Difesa Ambientale, che in questo mese ha raccolto ben 642 firme, pari a quasi il 17% della cittadinanza avente diritto di voto, portate sul tavolo del Sindaco, con una richiesta specifica: che tutti i terreni oggetto dell’autorizzazione all’attività di scavo, al termine dell’attività stessa e del recupero ambientale, vengano ceduti al Comune di Buscate, senza oneri economici, come previsto dalla legge regionale numero 14 del 1998. “Il nostro è un segnale preciso alle forze politiche per trovare sulla Cava delle soluzioni condivise con la popolazione e non solo con gli interessi dei privati, non è un attacco all’attuale Giunta né ai cavatori, ma solo un tentativo per perseguire tutti insieme l’obiettivo ultimo, ovvero il recupero ambientale della cava come ‘bene comune’ al termine dell’attività di scavo”, commenta Guglielmo Gaviani, membro e portavoce del Comitato. La Convenzione e la petizione sono state ampiamente discusse durante l’ultimo Consiglio Comunale svoltosi lunedì scorso: qui il sindaco Marina Pisoni ha annunciato che entro la metà di dicembre l’Amministrazione darà risposta ai cittadini che hanno firmato la petizione sia con un consiglio comunale dedicato, sia con un’assemblea pubblica, occasioni nelle quali cercherà di dare ai cittadini le argomentazioni necessarie per far loro conoscere la bontà dell’operato.Altro punto di cui si è discusso in Consiglio è stato l’atto unilaterale, autenticato da notaio, da parte di Cava Campana che si impegna a non richiedere nè realizzare una discarica di rifiuti solidi urbani sui terreni di sua proprietà e che prevede la restituzione al Comune da parte del cavatore della proprietà di 1876 mq, mantenendone però il diritto di passaggio. “Questa ‘servitù perpetua’ non vorremmo fosse altro che garantire al cavatore future concessioni”, commenta Gaviani.