Trattori, animali di fattoria, prodotti artigianali, gruppi folklorisitici. La storia, locale, si insegna anche tramite un appuntamento fieristico che si rinnova da 405 anni. Per bambini e ragazzi, infatti, visitare Inveruno nei giorni della ‘Fiera di San Martino’ è un’ottima lezione per comprendere le radici del nostro territorio, la vita dei nonni e le ricchezze che la natura offre intorno a noi. Anche per questo l’appuntamento inverunese curato dal consigliere Francesco Barni e dall’Amministrazione cittadina è un evento che riesce ad attirare giovani e adulti, incuriositi e attratti dagli stand, dalle rappresentazioni e dalle bancarelle che fanno di Inveruno una grande area espositiva. In una società sempre più frenetica e suddivisa tra lavoro (per chi ancora ce l’ha) e impegni, passeggiare, anche sotto l’acqua o col freddo, nelle vie inverunesi, è come fare un tuffo nel passato, trovando il tempo per una chiaccherata se si incontra un vicino o un amico che non si vedeva da tempo. Se poi, dopo un sabato decisamente umido, da domenica San Martino ha riportato ‘l’estate’ che vuole la tradizione, con temperature miti e gradevoli, non ci si deve meravigliare del successo di pubblico: tra i sapori delle aziende del Parco del Ticino ai prodotti Coldiretti, dall’esposizione di bestiame e conigli, dai gruppi folkloristici alla benedizione dei trattori, fino allo spettacolo dei cavalli del ‘Giona Show’. In un momento storico in cui gli unici luoghi di incontro sembrano essere i centri commerciali, riuscire a tornare a riempire le piazze e le strade dei paesi che viviamo, con le ricchezze del territorio, è forse il successo più bello e alto che questo evento da 405 anni riesce a conservare.