La piota prende il proprio nome dal milanese “piutaa”, che indica un alimento non lievitato. Il dolce, infatti, nasce a Inveruno, da materiale che si potrebbe definire di scarto: le donne di inizio ‘900 si recavano spesso al forno per cuocere il pane, e la pasta che restava attaccata al piano di lavoro veniva raccolta. Dato che non era morbida, la si inumidiva e si aggiungeva frutta di stagione, dai fichi secchi alle mele, raramente l’uva nera e le pere, e si completava la preparazione con del grasso d’oca. Ora il grasso è stato sostituito dal burro, ma il cambiamento non intacca minimamente il gusto di un dolce che ha sempre accompagnato la festa di San Martino.