Un progetto, certamente, ambizioso e importante. Ma che non convince assolutamente i cittadini e le varie realtà associative locali. Preoccupazione tra la gente.
L’Amministrazione Comunale di Buscate ha convocato martedì scorso la popolazione ad un’assemblea pubblica per illustrare ‘Buscate sostenibile’, il progetto che prevede la riqualificazione e l’efficientamento energetico della Cava Campana, dell’area ex TAM, ovvero l’area ex depuratore al confine con Cuggiono, e di alcuni edifici pubblici e che nelle ultime settimane ha agitato gli animi dei buscatesi. Per questo la Giunta al completo, presieduta dal sindaco Marina Teresa Pisoni, ha voluto dissipare ogni dubbio a riguardo, illustrando nei minimi particolari gli step che hanno portato alla convenzione deliberata e controfirmata dai cavatori, punto di partenza dell’intero progetto. “Abbiamo voluto mettere mano ai problemi che da anni affliggevano Buscate per darne una soluzione – spiega il primo cittadini - Toccare ambiti interessati da un forte carico emotivo come la Cava ha nel passato sconsigliato più di un’Amministrazione dall’intervenire. Noi, invece, abbiamo voluto metterci in gioco, con scelte ponderate e coraggiose al contempo. La Cava è una ferita mai sanata del nostro territorio, oggetto in passato di lotte perché se ne impedisse l’utilizzo a fini di discarica, lotte alle quali anche alcuni di noi hanno partecipato: ecco perché abbiamo cercato di dare risposta rapidamente per allontanare qualsiasi possibile ipotesi di futuro utilizzo a fini di discarica e rendere quanto prima fruibile l’area alla popolazione”. “Siamo partiti da alcuni importanti presupposti: il primo è che abbiamo operato, cercando di coniugare sensibilità ecologica, riqualificazione ambientale ed urbanistica, efficienza economica e benessere e qualità della vita dei cittadini, avendo una visione organica della questione. Il secondo è che per realizzare progetti ambiziosi come questo, le sole risorse comunali non possono bastare, ma bisogna trovare l’interesse di investitori privati o istituzionali. Per questo abbiamo cercato di negoziare con il cavatore mediante la convenzione, traendo per il paese i maggiori vantaggi”, precisa Filippo Parlatore, assessore all’Urbanistica. Questi vantaggi sono: maggiori risorse economiche nelle casse comunali (40 mila euro una tantum e 100 mila più l’affitto delle aree cedute per l’escavazione), ancora ulteriori polmoni verdi sul territorio (quattro ettari da piantumare a spese del cavatore come opera di compensazione forestale) e l’acquisizione di 25 mila mq di terreno (l’attuale Bosco Quadro), che sommati ai 62 mila già di proprietà del Comune mettono a disposizione ben 87 mila mq, in cambio della cessione di 18 mila ettari di terreno per il ritorno all’escavazione, “Una decisione che non dipende da noi, ma dal piano Cave della Provincia – tiene a precisare Parlatore - Una delle possibilità di sfruttamento è la riqualificazione di quest’area con l’installazione di un parco fotovoltaico, un’area picnic, un percorso salute, un bio - laghetto e la connessione delle piste ciclabili già realizzate”. Il progetto poi si completerebbe con la riqualificazione dell’area ex Tam, altri 67 mila mq di terreno acquistati ad un prezzo pari a 100 mila euro, sui quali è prevista parte della piantumazione forestale, l’installazione di altri pannelli fotovoltaici e la costruzione di una centrale a biomasse a ‘km 0’. Un progetto interessante ed ambizioso che però non ha convinto la popolazione presente. “Ci sono troppe incongruenze: la prima è che quei 190 mila euro non verranno pagati tutti subito, ma a rate in più anni – commenta Simone Battioli, consigliere di minoranza e capogruppo di Democratici per Buscate – Poi all’interno del Bosco Quadro dovrà essere costruita la strada di accesso alla cava e gli oneri di piantumazione non sono stati mai fatti rispettare ai cavatori nemmeno dal Parco Ticino in tutti questi anni!”. Di parere simile Giovanni Calloni, capogruppo di Nuovo Progetto Buscate: “L’errore è stato non coinvolgere la popolazione anche prima, durante la negoziazione”. Tante le obiezioni sollevate dai cittadini, ma una era comune a tutti: la paura che sulla cava ritorni lo spettro della discarica. “Questo è impossibile: il cavatore si è impegnato a sottoscrivere davanti al notaio l’impegno a non cedere in futuro queste aree per una possibile discarica, un veto che vale non sul proprietario, ma sul terreno e che se non rispettato, porterebbe a intraprendere vie legali. Inoltre, lo stesso Parco Ticino vieta la costruzione di discariche sul territorio”, puntualizza il sindaco. Promesse che non convincono nemmeno l’Associazione ambientalista Cinque agosto 91 e il neonato Comitato di Difesa Ambientale, sorto proprio per rivendicare che i terreni della cava tornino ai buscatesi. “Noi chiediamo che l'Amministrazione riveda o integri la Convenzione prevedendo che tutti i terreni oggetto dell'autorizzazione all'attività di scavo, al termine dell'attività stessa e del recupero ambientale, vengano ceduti al Comune di Buscate, senza oneri economici, come previsto dall'Art.15 L.R. 8 agosto 1998, N. 14”, afferma Guglielmo Gaviani, presidente del comitato. Adesso, il prossimo appuntamento annunciato dal primo cittadino sarà un’altra assemblea pubblica per questo mese, in cui l’Amministrazione intende iniziare il dialogo con la cittadinanza per decidere il da farsi in merito ai terreni da riqualificare.