Giovani, famiglie, anziani e lavoro: sono solamente alcuni dei punti cardine del 'Piano Casa'. Più vicini ai cittadini e, soprattutto, al territorio.
Giovani, anziani, famiglie e lavoro: i punti cardine, fin da subito, sono questi e, proprio da qui, l’Amministrazione comunale ha voluto partire anche per quanto concerne il nuovo ‘Piano Casa’. Piccole, ma fondamentali modifiche perchè, come spiega l’assessore all’Urbanistica, Marzia Artusi “Ogni realtà è diversa: è importante ragionare nell’ottica della città o del paese in cui viviamo oppure abbiamo un impiego. E dove al primo posto ci siano i cittadini e il territorio”. Così, in linea con gli obiettivi del PGT, subito ci si è mossi per cercare di cogliere il più possibile le opportunità offerte dalla nuova legge regionale. Nello specifico: utilizzo del patrimonio edilizio esistente residenziale (possibilità ulteriore di aumentare la volumetria esistente del 5% subordinata al raggiungimento di performances energetiche elevate dell’edificio), alloggi con disabili (è possibile riconoscere una volumetria fino ad un massimo di 100 metri cubi per permettere l’adeguamento di ogni singolo alloggio con persone con gravi handicap o non autosufficienti), edifici industriali e artigianali (si permette l’ampliamento del 10% della SLP esistente, purché sia mirato ad aumentare il numero degli addetti e non sia adibito in tutto o in parte a funzioni commerciali o logistiche; la quota di superficie consentita in deroga ha il limite massimo di 500 metri quadrati); Edifici alberghieri (ampliamento entro il limite massimo di 200 metri quadrati, purché non si superi l’indice fondiario e il rapporto di copertura previsti dal PGT - 50% - e non si ecceda l’altezza massima di oltre 4 metri), sostituzione edilizia residenziale (premio volumetrico non superiore al 5% o del 10% in caso di raggiungimento performances elevate dell’edificio). Ancora, riduzioni contributo di costruzione (10% ampliamento, 15% per giovani coppie fino al 41esimo anno di età), edilizia residenziale sociale (ampliamenti fino al 40% edifici di proprietà pubblica, 20% , invece, privati).