Non accennano a diminuire i reati di evasione fiscale nel Legnanese, ma anche lavoro nero e contraffazione. Controlli e accertamenti da parte della Guardia di Finanza.
Non si abbassa il livello di attenzione della Guardia di Finanza di Legnano sul territorio per il contrasto all’evasione fiscale, al lavoro nero, alla contraffazione ed alla verifica del corretto rilascio di scontrini e ricevute fiscali. In particolare, con indagini durate oltre un anno, i finanzieri hanno accertato una consistente evasione alle imposte dirette e indirette da parte di un noto pluripregiudicato legnanese, imprenditore nel settore immobiliare, attualmente agli arresti domiciliari per reati di stampo mafioso. L’imprenditore, sia agendo in prima persona, sia mediante fidate “teste di legno” (prestanome), aveva creato quattro società che, tra il 2005 e il 2011, non hanno mai pagato le tasse con un reddito non dichiarato di 83 milioni di euro e Iva non versata pari a oltre 16 milioni. L’attività della Guardia di Finanza non si è, però, limitata ai soli casi milionari: in totale, negli ultimi mesi, i controlli nei confronti di esercizi commerciali (bar, pizzerie, autolavaggi, ambulanti, artigiani e locali notturni) hanno consentito di constatare oltre 100 mancate emissioni di scontrini e ricevute fiscali, per importi variabili da pochi euro (per esempio l’articolo comprato sulla bancarella) a somme più consistenti (consumazioni al bar o nei locali notturni). Proprio l’abitudine dei commercianti a non rilasciare lo scontrino sembra dura a morire: durante i controlli effettuati da pattuglie in borghese nelle vie del centro della città e alle bancarelle del mercato, le situazioni irregolari sono risultate 20 su 22 accertamenti portati a termine, circa il 91% dei commercianti non ha, quindi, emesso lo scontrino. Anche dalle verifiche fiscali alle imprese sono emerse irregolarità: tra i contribuenti di piccole e medie dimensioni, un operatore del settore edilizio, uno del pubblicitario e uno dell’immobiliare sono stati identificati come evasori totali (non hanno cioè presentato per diversi anni le prescritte dichiarazioni dei redditi). Le indagini sul cosiddetto “sommerso d’azienda” hanno, invece, accertato l’esistenza di cinque lavoratori in nero, tra cui una ragazza disabile impiegata in un negozio da circa tre anni. Numerosi sono stati anche gli interventi di contrasto alla contraffazione eseguiti nei mercati locali, che hanno portato al sequestro di oltre 500 capi di abbigliamento e alla denuncia di due italiani all’Autorità giudiziaria. Infine, a seguito di segnalazioni pervenute al 117, sono state effettuate verifiche a sei distributori di carburante, dai quali sono stati effettuati prelievi di campioni di benzina e diesel per le analisi di qualità del carburante.