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Politica

Gelli: "Varese non si accorpi"

Mi attendo che il Consiglio regionale assuma una posizione chiara e dimostri la sua forza politica nel rigettare la legge sul riordino delle province o di mettersi di traverso sul passaggio delle province a enti di secondo livello, che di fatto svuoterebbe questa istituzione sul piano dell’autorevolezza e della responsabilità territoriale. In caso contrario il rischio sarebbe quello di vedere Varese cancellata, nonostante i numeri dimostrino ampiamente una serie di ragioni concrete per cui la nostra realtà debba invece continuare ad esistere così come è adesso». In vista della riunione del Cal in programma domani, la posizione del Presidente della Provincia di Varese Dario Galli non lascia spazio ad equivoci: «L’ipotesi avanzata di una maxi provincia con Varese accorpata a Como, Lecco e Monza Brianza è irricevibile e domani in sede di assemblea al Cal daremo battaglia. E’ però vero che poi l’ipotesi finale dovrà passare anche in Consiglio regionale, ed è qui che mi aspetto che non vengano disattese tutte le indicazioni che arrivano dal territorio».
Sulla medesima lunghezza d’onda anche il Vicepresidente della Provincia di Varese Luca Marsico, il quale ha spiegato anche i contenuti del ricorso avanzato da Villa Recalcati sul riordino e presentato al Tar Lazio. «Questa riforma presenta una serie di aspetti anticostituzionali. E in particolare viene condotta in violazione di una serie di articoli della Costituzione. Nel dettaglio: Articolo 77, dove si contemplano le necessità di urgenza e necessità che in questo caso non riusciamo proprio a ravvedere; Articolo 5 sul rispetto delle autonomie locali e Articolo 133 che prevede il coinvolgimento dei Comuni e l’Articolo 114 che sul principio di sussidiarietà».
In sede di conferenza stampa il Presidente Galli e il Vicepresidente Marsico hanno mostrato una serie di dati, numeri e indicatori, che dimostrano le ragioni per cui Varese non debba essere accorpata, ma anche le incongruenza che comporterebbe il riordino previsto in base anche a una serie di deroghe concessa a realtà provinciali che non rientrano nei due parametri previsti, ovvero superficie e popolazione

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