A breve la cartina politica delle province italiane cambierà radicalmente. In Lombardia le attuali 12 province secondo il provvedimento voluto dal Governo subiranno una drastica razionalizzazione. Per noi cittadini della provincia di Milano c’è poi un’ulteriore novità: la nascita della cosiddetta “Città metropolitana” che andrà ad assorbire, su Milano, tutti i comuni del circondario, compreso l’Altomilanese.
I nostri territori, baluardo di tipicità ambientali, agricole, architettoniche, economiche e sociali, proprie dei piccoli centri della Lombardia d'un tempo, diverranno -di fatto- la periferia della periferia di Milano.
Già ora in realtà la considerazione fino ad oggi ricevuta è da basso impero: la promessa di due nuove rotonde su viale Europa tra Busto Garolfo e Arconate è rimasta, per esempio, sempre e solo sulla carta. Possiamo dunque facilmente immaginare quale sarà il futuro e la considerazione che potremo ricevere in caso di “Città Metropolitana”: ricevere tutto ciò che Milano non vorrà, fra cui edilizia popolare, cave, discariche.
Quali spazi di manovra? I singoli comuni –secondo la normativa vigente- hanno la possibilità di aderire o non aderire a questo nuovo ente, valutando dunque l’ingresso in province alternative e limitrofe. Per tale ragione occorre avviare un’attenta riflessione sulla realtà che stiamo vivendo e sulle possibilità che ci aspettano: l’Altomilanese infatti, con i comuni che esso comprende, ed i comuni adiacenti con uniformi caratteristiche costituirebbe una realtà in tutto e per tutto omogenea di oltre 700.000 abitanti.
Forte di uniformità ambientale, urbanistica, economica e sociale potrebbe tutelare i cittadini certamente meglio di come è stato fatto fino ad oggi, contribuendo da pari protagonisti a formare una nuova grande provincia insieme a Varese e Como. Con i nostri comuni NON periferia della periferia, ma protagonisti del proprio destino. Per poter confluire in questa nuova ipotetica macro provincia è innanzitutto necessaria la concertazione di Sindaci e di tutte le Istituzione appartenenti alle aree coinvolte, per poi arrivare alla formalizzazione della richiesta in Regione Lombardia. I tempi sono stretti e purtroppo ad oggi un tema così importante e centrale ancora non ha avuto lo spazio e la considerazione che merita.
E' dunque necessario più che mai pensare ai nostri territori e e ai nostri cittadini, tralasciando, per scelte così importanti, i colori politici e le convenienze di parte. Quando è in gioco il destino di una terra, le divisioni devono lasciare il campo a favore dell’unità. Per il bene di tutti.
Cons.Emanuele Bottini