Il giovane islandese omaggia il grande maestro del pianoforte che quest'anno avrebbe compiuto 80 anni. La musica si mischia alle diverse emozioni.
19 settembre 2012, Festival MITO SettembreMusica. Sono le 21, sul palco dell’auditorium San Fedele appare un giovane, quasi un ragazzino, con la riga da parte e gli occhiali da secchione. Davanti a lui un pianoforte. Il giovane è magrissimo, alto, sembra scoordinato. Ma ecco dagli altoparlanti diffondersi la voce di Glenn Gould, il grande pianista canadese che quest’anno avrebbe compiuto 80 anni, autore di un programma radiofonico che esplorava la solitudine delle sperdute regioni del Nord Canada in cui si era rifugiato, The Idea of North. Come vittima di un incantesimo, il ragazzino, il pianista islandese Víkingur Ólafsson, diventa spigliato, abile, svelto, mette mani alla tastiera e diffonde una magia che rapisce il pubblico e lo incolla sulle poltroncine. Non vola una mosca, solo note sinuose che gridano e abbassano la voce, danzando tra pezzi di Bach, Brahms, Grieg, Sibelius, Liszt e Wagner. Tra un brano e l’altro la voce registrata di Gould sembra approvare e compiacersi del suo discepolo sbarazzino. Un concerto strepitoso da contemplare in silenzio. Questo è stato Another Idea of North, l’omaggio a Glenn Gould di Víkingur Ólafsson.