In questi giorni l’Italia è stata passata al setaccio dei responsabili del Fmi.Un test annuale che viene portato a termine in tutti i paesi membri, ma che in questo periodo di crisi per la nostra Nazione ha avuto il sapore di un esame. L’esito, nonostante le previsioni di instabilità e di sofferenza per la nostra nazione e per tutto il vecchio continente, è stato positivo. L’analisi della nostra economia ha portato alla luce scelte di risanamento che sono state capaci di risollevare l’Italia dal rischio di default. “Con ampio sostegno politico, le autorità hanno intrapreso un’agenda ambiziosa e di ampio respiro, che ha evitato sviluppi potenzialmente drammatici ed è ora vista come un modello per il risanamento di bilancio e di riforme favorevoli alla crescita”. Così Reza Moghadam, direttore del dipartimento europeo del Fmi, ha illustrato la valutazione dell’economia italiana. L’Italia è stata capace di risanare i conti pubblici tenendo sullo sfondo l’obbiettivo del pareggio di bilancio ormai entrato in costituzione. Reza si è anche congratulato con il presidente Monti per le importanti riforme strutturali iniziate. L’Italia ha fatto molto, ma molto rimane ancora da fare, questa è la sintesi del Fmi. È necessaria e urgente una riforma del mercato del lavoro atta a favorire l’occupazione e la crescita. Serve una riduzione del peso fiscale, in particolare su lavoro e imprese. Sono necessarie liberalizzazioni più incisive, che permettano l’abbassamento dei prezzi al consumo. Quindi, la spending review, senza la quale lo Stato toglie ossigeno ai cittadini sprecando indistintamente risorse sempre più difficilmente reperibili. In questi giorni, durante la visita a Equitalia il Premier Monti ha aggiunto: “Pagare le tasse è un dovere. Se tutti pagassimo il dovuto, tutti pagherebbero meno”. Ma noi italiani, sempre capaci di studiare nuovi modi per evadere tasse e balzelli, siamo pronti a ragionamenti come questo?