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Castano Primo

Imu: manca un 17-18%

I numeri sulla prima scadenza. Circa 970 mila euro è stato l'incasso, invece di 1 milione e 180 mila euro previsti (82% prima casa, 83% su seconda casa e altri fabbricati)

Le previsioni sono state rispettate solo in parte. Meno incassi, insomma: l’Imu sembra dividere i castanesi. Se molti, infatti, sono stati corretti e puntuali nel pagamento, una parte, però, non ha rispettato le scadenze. Non per tutti, comunque, di evasione vera e propria bisogna parlare (in qualche caso sarà anche così, ma per gli altri si devono prendere in considerazione fattori e circostanze differenti che hanno, appunto, portato a registrare simili situazioni). I numeri: circa 970 mila euro, solamente quello di competenza del Comune (1 milione 600 mila euro con la quota dello Stato), è stato l’incasso, invece di 1 milione e 180 mila euro previsti. Che tradotti: l’82% per quanto concerne l’acconto sulla prima casa e l’83%, infine, in merito alla seconda casa, attività produttive, terreni edificabili e altri fabbricati. E allora Castano Primo si trova a dover fare i conti con un 17 – 18% che manca all’appello e che, ora, secondo disposizioni di legge, dovrà essere coperto con un aumento di trasferimenti statali (fondo sperimentale di riequilibrio). “Nello specifico i dati riguardano gli incassi dell’Imu ad aliquota base (prima casa allo 0,4% e seconda casa o altri fabbricati allo 0,76%) rispetto alle stime effettuate in sede ministeriale che, come comune siamo stati chiamati ad iscrivere nei bilanci preventivi – spiegano dagli uffici del palazzo Municipale – La situazione è, comunque, sotto controllo; possiamo, infatti, dire che le cifre raggiunte rispecchiano, in fondo, quanto era stato preventivato prima delle scadenze. Quel 17 – 18% che manca, nello specifico non riguarda unicamente il discorso evasione, è bene precisarlo, ci sono state diverse circostanze che hanno portato a questo (quali, ad esempio, cambi di destinazione d’uso degli immobili, solo per citarne una). Adesso, comunque, stiamo facendo tutti i necessari accertamenti e le verifiche per avere un quadro più preciso e dettagliato”. Si continua, insomma, l’opera di monitoraggio delle singole realtà. E se la prima parte, dunque, è, oggi, superata, c’è, ora, il secondo step (settembre per alcuni, dicembre per la maggior parte), dove l’amministrazione comunale si troverà a dover riflettere su quanto verrà incassato dalla quota aggiuntiva dell’Imu, già portata al 2,4 per mille in più su seconda casa e altri fabbricati. Chissà che non ci siano ulteriori novità... magari le percentuali diminuiranno.

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