Al summit dell’Unione Europea si è discusso, ma non si è arrivati ad una soluzione comune e condivisa. L’europa è unica, ma con differenti anime al suo interno. E questo purtroppo la indebolisce nel confronto con le altre economie. È evidente se si guarda alla decisione, che sembra irreversibile, della Germania contro gli eurobond. È altrettanto evidente quando Francia e Germania si incontrano bilateralmente per discutere della sorte dei paesi in affanno quali Spagna e Italia. È un’Europa a due marce che non può andare avanti a lungo senza modifiche sostanziali nella sua struttura. Il rischio, se non si corre ai ripari per tempo, è che la moneta unica, costruita su un’unione solo economica, non può reggere agli attacchi speculativi. Così lo spread sale e scende in balia dell’umore dei mercati. Serve qualcosa di più, ma nessuno degli stati membri sembra volere camminare nella giusta direzione. Preoccupati solamente di difendere ad ogni costo la propria sovranità nazionale. Un’Europa solo economica non può esistere, ne serve anche una politica, senza la quale tutto il cammino fatto fino ad ora rischia di essere vanificato e con la conseguenza di scenari non ben definiti di fronte alla mancanza di tenuta della Moneta Unica. È necessario che ciascuno stato membro sia disposto a concedere parte della propria sovranità per potere realizzare quella unione di fatto di cui realmente c’è bisogno. Non una unione solo economica, ma anche politica, sociale, del welfare, ambientale e di difesa. Senza tutto questo l’Europa affonderà lentamente perché ciascuno stato vorrà seguire una rotta diversa!