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Sport

"La mia vita sempre in...sella"

La bella storia del castanese Renzo Bellaria e di 36 Giri d'Italia

Ieri corridore, oggi in sella ad una motocicletta come radio informatore per il Giro d’Italia e domani...? “Chi può dirlo. Sinceramente non so come rispondere”. Inizia così il nostro incontro con il castanese Renzo Bellaria, volto noto del ciclismo di casa nostra, che, dopo avere vestito i panni di atleta (dal 1961 al 1971), da ben 36 anni, si occupa della radio informazione per la ‘corsa rosa’. Allora Renzo ultimo Giro oppure... “Penso proprio di si - commenta Bellaria - Sono intenzionato a lasciare, ma ad un anno di distanza vedremo cosa accadrà. E’ giusto fare spazio ai giovani”. Che gara è stata quella di quest’anno? “Veramente bella ed entusiasmante. Tirata fino all’ultimo, con un percorso importante e corridori con ottime qualità”. Finale veriterio? Giusta la vittoria di Menchov? “Sicuramente, visto che ha dimostrato di avere grandi potenzialità. Dispiace per Di Luca, anche se è stato davvero un bel duello”. Tra le sorprese... “Mi sono piaciuti molto sia Pellizzotti sia Garzelli, anche se ci sono stati giovani interessanti che, sinceramente, si conoscevano pochissimo e che si sono ben comportati”. E di Basso che ci dici? “Si è visto che, purtroppo, non era pronto per una corsa a tappe. Ha cercato di dare, comunque, il meglio. Chi, invece, ha deluso è stato Cunego, sempre fuori ‘dai giochi’. Infine una nota di merito voglio farla al nostro Marzano, che avrebbe meritato almeno un successo, per quanto ha fatto”. Ora veniamo alla tua storia: record di presenze al Giro, sempre in sella ad una motocicletta per la radio informazione, ma qual’è stato l’anno più bello? “Direi quando ho iniziato, le mie prime esperienze, l’incontro con i grandi campioni. Poi quando hanno vinto i nostri atleti, Saronni, Bugno, Visentini e tanti altri”. Il campione ‘di sempre’? “Ce ne sono stati diversi, ma dico, su tutti, Merckx, quindi Hinault e Indurain, specialisti delle corse a tappe”. E a livello umano? “I corridori di un tempo, i cosiddetti ‘veterani’ che, ancora oggi, quando li incontro sono sempre cordiali e gentili”. Senza possibili ripensamenti, quindi, quest’anno sarà l’ultimo in sella ad una motocicletta al Giro. Addio definitivo o, magari, ti rivedremo alla ‘corsa rosa’ in altre vesti? “La mia esperienza al Giro d’Italia è sempre stata in sella ad una motocicletta, in mezzo ai ciclisti, quindi non mi vedo in altri ambiti”. La nostra intervista è giunta ormai al termine, ma prima di salutare Renzo Bellaria vogliamo toglierci una curiosità: nel tuo futuro ci sarà, magari, spazio per qualche altra società di ciclismo del nostro territorio, tu che hai fatto parte del Pedale Castanese per anni? “Assolutamente no!”.

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