Un viaggio tra alcuni dei maggiori parrucchieri del nostro territorio. Un'inchiesta per conoscere la loro realtà, il passato, ma, soprattutto, il presente ed il futuro lavorativo.
Chiedendo ad alcuni parrucchieri della porta accanto, estendendo così una piccola indagine sui paesi di Corbetta e Marcallo, si può osservare come ciascun hair stylist abbia un comune denominatore nel “confessare” quel segreto fondamentale per combattere, a colpi di phon, la concorrenza con i parrucchieri dagli occhi a mandorla. “Dal mio punto di vista – spiega Carlo Pagani, acconciatore per uomo marcallese – il cliente deve sentirsi libero di decidere dove andare a tagliarsi i capelli, ma, allo stesso tempo, deve anche tener conto , non solo del risparmio (per cui, nella maggior parte dei casi, si va dal parrucchiere cinese), bensì della qualità del prodotto che gli si offre, la garanzia di un trattamento valido e sicuro. E’ onesto, quindi, far emergere questo dato, affinchè il cliente capisca che sulla salute cutanea è importante scegliere la qualità del servizio - conclude lo stesso Pagani. Non appena il cliente varca la porta del negozio, di norma, ecco che ci si precipita nel proporre la (propria) soluzione per districare i ricci, stravolgere il look con la tinta all’ultimo grido oppure, a seconda delle richieste, si attua il processo per la soluzione al suo benessere estetico. La pura e semplice, alle volte meno, messa in piega, richiede capacità e impegno verso la giovane che si prepara per la festa di compleanno o per la signora che l’indomani ha la cresima del nipotino. Proprio su quest’ultima figura, Barbara Oldani, da 30 anni parrucchiera corbettese, che ha concepito questo lavoro sin da quando la mamma la portava, a sua volta, nel suo studio di acconciature, si sofferma su “Quanto sia impegnativo, ma molto gratificante, soddisfare appieno persino l’anziana signora che domanda soltanto la piega - dice - nel momento in cui la “storica” cliente o la nuova entrano nel mio negozio, mi immedesimo, infatti, nel ruolo di colei che desidera qualcosa per il suo benessere e, quindi, ormai in automatico, accolgo la richiesta, la elaboro velocemente e metto in pratica ciò che desiderano". In questi ultimi anni di attività, quali episodi o cambiamenti ha avuto? “In particolare, da un quinquennio, sono a confronto con una realtà più frenetica, che non lascia fiato per via dell’afflusso di clientela non ben distribuito - continua - ci sono giorni durante i quali vengono 2/3 persone e altri, invece, in cui non si riesce a bere un sorso d’acqua. Osservo, quindi, una destabilizzazione nelle mie giornate lavorative, dovute all’imprevedibilità del momento. Ovviamente, la qualità e professionalità ci permettono di “reggere” questi sbalzi”. Della stessa opionione anche il fratello, Filippo Oldani, parrucchiere e tatuatore corbettese che, in tema di lavoro, graffiato dalla crisi, dichiara di “Aver vissuto l’anno passato e il nuovo in modo decisamente sereno; conteggiando la clientela di sempre, offrendo un servizio garantito da qualità e professionalità”. E mentre i parrucchieri ascoltati, si pronunciano escusivamente sul loro andamento lavorativo, c’è chi ha deciso di togliersi un cosiddetto “sassolino dalla scarpa”. Pamela, titolare di Tiffany Hair, negozio di acconciature di Marcallo, sulla concorrenza con i parrucchieri cinesi, ha gli occhi ben aperti e le idee molto chiare: “Non è il cliente a sbagliare ad andare dal parrucchiere cinese, neppure i cinesi... è il comune che non dovrebbe transigere su orari, giorni d’apertura e molto altro. In primis, sulle ricevute fiscali. Una volta sono andata a farmi lavare i capelli da uno di loro e alla mia richiesta di scontrino ha detto che non aveva più carta. Per non parlare dei turni di lavoro. E poi le spese, con prezzi del genere è impossibile coprirle!". In ben 68 anni, invece, il parrucchiere per uomo Carlo Alberto Rosignoli, di Corbetta, ricorda come “In una vita di lavoro, giorno sì giorno no, ho pettinato molte persone che, negli anni, sono diventati clienti fissi. Anche nell’ultimo periodo, non è mancata la clientela”. Altri dati, rivelati da parrucchieri che hanno, però, preferito rimanere anonimi, ricordano i primi due mesi d’inizio anno “relativamente” difficili, visto che si tratta della ripresa collettiva. Mantenere i prezzi, dei negozi di parrucchieri italiani, non troppo onerosi, è già una strategia che “trattiene” il cliente che, per ovvi motivi, può andare alla ricerca del risparmio, altrove.