Liberalizzare. E' questa la parola magica con cui tutti cercano di esorcizzare la crisi economica italiana. Ma sarà davvero così? Di certo viviamo in un Paese terribilmente diviso in corporazioni, caste con privilegi e diritti che divengono limiti. In qualunque settore si guardi i posti vengono occupati da amici, parenti o amici di parenti. O, spesso, quando entra qualcuno di nuovo è solo per un favore da risarcire. Se questo ha funzionato per lungo tempo in Italia è perchè, effettivamente, tutti facevano così. Da una decina d'anni a questa parte, però, qualcosa è cambiato: ora ci confrontiamo con il mondo dove, normalmente, vige il principio della meritocrazia: chi è più bravo ha il posto e lo stipendio migliore. E così le aziende si strutturano, crescono, aumentano i profitti. E la gente è invogliata a studiare, specializzarsi, fare corsi di approfondimento e dedicarsi al lavoro per migliorare la propria posizione. Il Governo può e deve liberalizzare tutti i settori: avvocati, notai, giornalisti, benzinai, commercianti (perchè ognuno non può organizzarsi gli orari di apertura come crede?), ecc. Poi toccherà a noi italiani cambiare mentalità per capire che se non ci si impegna, non se ne esce. E allora sì che, magari, tutti cercheranno davvero di dare il meglio di sè per la propria azienda, per la propria attività e per il proprio posto di lavoro. Le eccellenze ci sono, basta organizzarle e metterle a reale confronto col mondo.