Le urne del prossimo 6 e 7 giugno, a livello Europeo e Provinciale, non riserveranno grosse sorprese. Se i fatti ci smentiranno, faremo ammenda. Ma siamo convinti che i principali istituti di sondaggio, stavolta, ci stiano vedendo giusto. Pertanto, su scala nazionale, il PdL naviga attorno al 40% e la Lega Nord è lanciata verso il 10%. Annaspa il PD (che alla fine si attesterà sul 26/27%), mentre avanza Di Pietro che potrebbe persino passare il 7/8%. Agli altri le briciole. In Provincia di Milano, invece, il candidato del Centrodestra unito, Guido Podestà, ha ottime possibilità di essere eletto al primo turno con una percentuale fra il 52 e il 56. Il suo sfidante del PD, il Presidente uscente Filippo Penati, è staccato di 13/14 punti e quand’anche trascinasse la partita al ballottaggio, non riuscirebbe a vincere. Salvo miracoli, ovvio. Ma chi scrive non crede ai miracoli in senso lato, figuriamoci in politica.LA SITUAZIONE NELLA NOSTRA REALTA’: CHE COSA E’ ACCADUTO E COME CI SI E’ MOSSI. DIAMO UNO SGUARDO AL TERRITORIO... Chi vive le elezioni come una specie di film con il finale che non ti aspetti, allora farebbe bene a concentrarsi sui nostri paesi, dove la Lega Nord corre da sola e potrebbe sia togliersi qualche soddisfazione sia rifilare qualche dispiacere agli amici/nemici del PdL. A Inveruno, Busto Garolfo e Castano Primo, a nostro avviso, si gioca una gara a tre, dove tutti hanno più o meno le stesse possibilità di vittoria. Un occhio conviene buttarlo anche a Vanzaghello e nella piccola Nosate (dove peraltro si sono presentate cinque liste, tre delle quali composte da non residenti: cose dell’altro mondo). Perché il Centrodestra viaggia così diviso? Lasciamo ai nostri lettori il compito di fare un’analisi della situazione e di dare, al contempo, una risposta a questa domanda. Non rimane, quindi, che attendere le urne, giudice supremo, che potranno dire se le scelte, fino a qui fatte, siano state azzardate, ma vincenti, oppure se si è trattato di un errore decisionale che verrà pagato ‘a caro prezzo’.