Lunedì 6 aprile 2009, ore 3.32: un terremoto di inaudita violenza devasta la città de L’Aquila e decine di borghi della fascia pedemontana meridionale del Gran Sasso d’Italia, uccidendo 300 persone, ferendone 1.500 e rendendo necessario per altri oltre 65.000 il ricorso ad alloggi di fortuna. Storia recente che conosciamo tutti, un passato ancora fresco che non si può dimenticare, che ha piegato l’Italia, ma non è riuscita a spezzarla: da subito, infatti, si è attivata una vera e propria catena di solidarietà. E ancora oggi questa catena continua e tra gli ‘eroi’ dei giorni nostri possiamo individuare anche alcuni volontari della Croce Azzurra di Buscate, partiti nella serata di venerdì scorso e da subito operativi presso il campo di Monticchio 1. “Abbiamo ricevuto la chiamata da Anpas ed abbiamo dato subito la nostra disponibilità a partire – ci racconta Davide Grassi, presidente dell’associazione buscatese, nonché uno dei volontari in Abruzzo – Io, Fabrizio e Raffaella ci siamo occupati principalmente di assistenza sanitaria riguardo a piccoli interventi di primo soccorso e abbiamo cooperato con il Pronto Soccorso e con il 118 per quanto riguarda il trasporto di persone o farmaci da ospedale ad ospedale o da campo a campo. La situazione quaggiù è ancora desolante, ma ciò che più ci ha colpito è stata proprio la voglia e la forza di lottare di questa gente, la speranza e la riconoscenza che si legge nei loro occhi, un insegnamento di vita che ci lascia un po’ di amaro in bocca, se pensiamo che noi a breve torneremo nelle nostre case