La possibilità che il Comune possa sparire lascia attoniti e perplessi i cittadini. Tutti si dicono contrari e scendono in campo per difendere il paese.
Dice un vecchio detto che “la speranza è l’ultima a morire”. Ed è proprio di speranze che stanno vivendo in questi giorni i cittadini di Nosate. Perché dopo la scuola Materna, alla fine degli anni ’80, e le Elementari, negli anni ’90, quindi il parroco (con la nascita della Comunità Pastorale) ed in gran parte l’oratorio, adesso anche il Comune sta rischiando seriamente di sparire. E per sempre. Così dovrebbe decidere, infatti, la manovra anticrisi del Governo (nell’ottica dell’unione, o se preferite, dell’accorpamento), allo studio proprio in queste ore. Nei bar, nella centralissima piazza Borromeo, allo stesso modo lungo le vie, negli esercizi commerciali, fuori dal cimitero e nell’area verde attorno alla piccola chiesa di Santa Maria in Binda (nella parte bassa del paese), da prima di ferragosto, cioè da quando la notizia ha cominciato a circolare su televisioni e giornali, non si parla d’altro. Tutti si interrogano, si chiedono che cosa ne sarà del futuro e tutti sono concordi nel ribadire la loro contrarietà, il loro disappunto per una scelta, che se dovesse diventare definitiva, andrebbe a penalizzare, e non poco, uno dei borghi tra i più caratteristici del nostro territorio. “E’ come se la nostra storia non avesse più senso – ripetono in coro alcuni nosatesi – Quello che è stato fatto in questi anni verrebbe completamente cancellato… dimenticato”. “Pensiamo alle persone anziane come noi – dicono Carla e la sorella Rosetta Giudici – Che non hanno la patente e per spostarsi sono costrette a dipendere dagli altri. Come faremo ad andare a Castano o Turbigo (perché sembrano essere proprio queste due città che potrebbero ricevere il piccolo paesino del Castanese) per il disbrigo di alcune pratiche, anche semplici? Sarebbe difficoltoso e creerebbe non pochi disagi. Il Comune è un punto di riferimento importante: via questo non rimarrebbe più nulla”. Della stessa opinione Carlo Crippa: “Una scelta triste – afferma – Dopo quanto di buono è stato fatto… Speriamo che ciò non avvenga, altrimenti sarebbe un grave colpo per la maggior parte della popolazione. Andare altrove, anche solo per il rinnovo della carta d’identità diventerebbe difficoltoso”. “Una vera e propria ingiustizia – continua Giuseppina Poloni – Nosate è sempre stato Comune, così è come perdere la propria identità. E gli anziani? O chi non ha l’auto? Come faranno a raggiungere le città vicine?”. “Non si può togliere il Comune – spiegano Angelo Spreafico e Lorenzo Munzio Compagnoni – Già ci hanno privato delle scuole (Materna ed Elementare), quindi una guida religiosa sempre presente in paese. Adesso anche questa. E poi? Che cosa ne sarà dei cittadini? Si parla di manovra anticrisi, ma non è certo dalle piccole realtà che bisogna partire per risolvere la situazione in cui ci troviamo. Siamo sempre stati autonomi e speriamo di continuare ad esserlo, visto quanto di buono è stato fatto”. “Una notizia che, sinceramente, lascia senza parole – conclude Guglielmo Merlo – Sono, ovviamente, contrario: così facendo si cancellerebbe del tutto ciò che abbiamo costruito negli anni. Per non parlare, infine, dei disagi che porterebbe una simile decisione. A questi nessuno ci pensa”. “La nostra storia cancellata in un attimo – spiega Alfredo Merlo – Non è certo così che si fa. Siamo sempre stati autonomi, abbiamo un passato alle spalle e, adesso, rischiamo di vedercelo portare via. Non è con i piccoli Comuni che si risolve il problema”.