La storia di Luigi Giudici 'Zarin',bandiera dell'U.S. Turbighese
La storia che stiamo per raccontarvi parla di un vero e proprio ‘numero uno’ dello sport e del calcio di casa nostra. E quando diciamo ‘numero uno’ vogliamo che questo termine assuma una doppia valenza. Se da una parte, infatti, Luigi Giudici, 90 anni il prossimo mese di settembre, conosciuto a Turbigo, dove vive e nel territorio, con il soprannome di ‘Zarin’, ha fatto la storia del calcio locale, mostrando ed insegnando i veri valori dello sport, dalla lealtà, al rispetto, dal sacrificio all’amore per la maglia, dall’altra ha difeso, per decine e decine di anni, la porta della squadra del suo paese, l’Unione Sportiva Turbighese. Lunedì pomeriggio, dopo che il 25 aprile scorso, al Centro Sportivo ‘Danilo Colombo’ di via Plati, è stato premiato come giocatore più anziano della storica società di Turbigo, lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua vita e quella grande passione per lo sport in generale. Stando in sua compagnia abbiamo capito quale persona straordinaria sia ‘Zarin’. Conosciuto da tutti per la sua attività di riparatore di biciclette, Luigi ha iniziato a giocare nella Turbighese nel lontano 1935. “Facevo il portiere - dice - ed ero un’atleta corretto (non sono, infatti, mai stato espulso o squalificato), ma di carattere che ha, sempre, cercato di guidare la difesa e la squadra al meglio, incitando i compagni e spronandoli quando ci si trovava in situazioni difficili o in svantaggio. Mi ricordo ancora quando abbiamo vinto i due campionati, una grande emozione, uno tra i ricordi più belli”. Nella Turbighese ‘Zarin’ vi è rimasto fino all’età di 44 anni quando, a causa di un infortunio durante un torneo, ha deciso di appendere ‘le scarpe al chiodo’. E poi? “Sono stato tra i soci fondatori del Velo Club Raffaele Marcoli - continua - ed ho ricoperto anche l’incarico di presidente delle bocce”. Insomma un uomo di sport ‘a tutto campo’. Ma, essendo lei stato portiere, qual’è il miglior portiere di oggi? “Ce ne sono due: Buffon, della Juventus, sicuramente e Julio Cesar dell’Inter”. E il miglior giocatore di sempre? “Meazza, per la sua eleganza ed i suoi tocchi”. Sull’allenatore: cosa ci dice? “Herrera è stato un vero maestro. Un tecnico di carattere”. Infine, meglio il calcio di ieri o quello di oggi? “Quello di ieri - conclude - c’era più passione. Uno giocava con voglia...Oggi, invece, troppi falli ed, in molti casi, poco attaccamento alla maglia ed ai colori per i quali si scende in campo”. Complimenti al campione ‘Zarin’