La legge regionale 124, meglio conosciuta come ‘legge anti-kebab’ sta facendo molto discutere in quel di Milano: il 23 aprile, una folta schiera di ‘disobbedienti’ si è radunata nel capoluogo in via Borsieri per protestare contro questa bozza di legge che considerano inutile e sbagliata. Il nome con il quale è stata ribattezzata è però per certi versi fuorviante: il decreto infatti si propone di disciplinare la “vendita da parte delle imprese artigiane di prodotti alimentari di propria produzione per il consumo immediato nei locali dell’azienda”, come recita il testo. Di conseguenza, a farne le spese saranno anche pizzerie d’asporto, gelaterie e tutte le altre attività che vendono prodotti da consumare per strada: l’ordinanza prevede infatti la chiusura di tutti questi locali entro l’una di notte e il divieto di consumare cibo fuori dagli stessi, per strada o sui marciapiedi, pena sanzioni severe che arrivano fino a mille euro. Il decreto doveva inizialmente interessare solo i locali che vendono kebab, i take-away che senza dubbio riscuotono attualmente il maggior successo nel nostro territorio; si è poi trasformata in questa legge restrittiva e penalizzante per molti commercianti, quella approvata lo scorso 21 aprile. L’obiettivo, secondo i promotori dell’ordinanza, è quello di garantire la sicurezza, evitare schiamazzi notturni e garantire sonni tranquilli a tutti coloro che vivono nei pressi di tali attività commerciali. Appare poi implicito nel testo di legge che sarà impedito a questi professionisti di richiedere l’installazione di un dehors, ovvero tavoli e sedie per gli avventori, fuori dai loro locali. Va detto però che se gli scopi che questo provvedimento si propone sono senz’altro condivisibili, il testo approvato appare piuttosto incompleto e ambiguo e lascia dei margini di dubbio su cosa è veramente vietato o meno. Il primo pensiero va a tutti quei giovani che, di ritorno dalla discoteca, affamati dal gran movimento, dal ballo e dalla tarda ora, decidono di fermarsi ai cosiddetti ‘paninari’. Gli amanti di questi piccoli chioschi ora dovranno preoccuparsi?