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Musica

A Place in the Sun: un anno dopo

Cosa hanno combinato i quattro ad un anno di distanza dal loro tour europeo con i 'Sum 41'? Scopriamolo a My Generation Project.

Li avevamo lasciati entusiasti ai postumi del minitour europeo con Four Square e Simon Head, in veste di gruppo spalla della band canadese Sum 41, esperienza che ha segnato la loro vita non solo artistica, ma anche umana. E con il ritorno in Italia, cos’è successo? Nuovo studio di registrazione con una regia tutta loro, nuove idee messe in cantiere e ancora in fase di elaborazione, possibilmente in uscita con un EP il prossimo autunno e l’album con la collezione Primavera 2012. Già perché i prodotti buoni hanno bisogno di maturare e i quattro non hanno alcuna fretta: lavoro meticoloso, senza compromessi, neanche se le proposte arrivano dalle major. Ed è proprio così. Dopo una proposta da parte di una grossa casa discografica di cambiare andamento e scrivere pezzi in italiano, gli 'A place in the Sun' cordialmente rifiutano, perché non è quello che vogliono e nemmeno quello che sono: la loro musica senza mezze vie, che molto spesso porta ad un successo tanto rapido quanto rovinoso. Chiedendo ed indagando, viene fuori anche quest’altro quanto mai sconcertante dettaglio: rientrati in patria, carichi di esperienze e nuove competenze dopo l’avventura europea, il gruppo trova “il vuoto cosmico da parte della discografia italiana – racconta Alessio - ma anche la crescente difficoltà a farsi ascoltare dal pubblico italiano, ormai talmente assuefatto dal contesto della realtà cover da non avere più nemmeno la pazienza di stare ad ascoltarti”. E se non ce la fanno loro, la cui musica (un energico punk rock melodico) è davvero parecchio divertente e ballabile, immaginiamo la triste sorte di altri gruppi emergenti italiani: ormai neanche un curriculum come quello degli 'A place in the Sun' (produzione in Giappone e in Europa, video passati su emittenti televisive nazionali come All Music, collaborazioni pazzesche con ‘bigs’ oltreoceano) può scalfire il muro d’indifferenza che circonda il panorama italiano. Ultima chance sembra essere il panorama estero, al contrario sempre disposto ad accogliere i talenti in fuga. Ma al di là di tutto si va avanti, perché la musica è quello che conta, oltre le difficoltà. I ragazzi sono certi che la via più irta e sconnessa sia quella che alla fine porterà le maggiori soddisfazioni, senza l'ansia di ‘sfondare’ a tutti i costi o vendersi per ciò che non si è. Questo è il messaggio che volevano far passare durante l’intervista, prima di un piacevolissimo set acustico regalatomi da Ale e Diego, in cui mi hanno anticipato alcuni pezzi per il prossimo lavoro (tenetevi pronti perché il materiale è denso…). Tour fermo per ora, i ragazzi preferiscono prendersi un po’ di tempo per lavorare in studio e concentrarsi al meglio. Ma, se nel frattempo, cari ascoltatori di ‘My Generation Project’, siete curiosi di scoprire (o riscoprire) la band, potete visitare il loro sito http://www.aplaceinthesunrock.com/, il canale you.tube www.youtube.com/apitschann​el, e le pagine social network www.facebook.com/aplaceint​hesunrock e www.myspace.com/aplaceinth​esunrock. Tutto qui? No! Occhio, non perdetevi la data del prossimo 31 luglio in quel di Robecchetto con Induno, alle 21, per il consueto appuntamento di RockPark. Gentili affezionati di Logosnews a presto sugli stessi canali di MGP!

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