Poche ore dopo il sisma che ha inginocchiato gli abitanti de L’Aquila è giunta puntuale la richiesta di collaborazione, di tutti i distaccamenti di Protezione Civile presenti sul territorio lombardo, da parte del comando di Protezione Civile della Regione Lombardia. La risposta del gruppo turbighese non si è fatta attendere. “Alle 8 di lunedì mattina – inizia il capogruppo Giuseppe Sporchia – abbiamo ricevuto l’ordine di intervento dalla Colonna Mobile Regionale. Poco tempo per organizzarci, preparare le attrezzature, raggiungere il punto di ritrovo a Legnano e metterci in viaggio alla volta dell’Abruzzo. Per l’1.30 di notte eravamo nel campo sfollati allestito dalla Regione Lombardia a Monticchio e, subito dopo, eravamo già all’opera con gli altri volontari per dare forma al campo: abbiamo allestito le tende da destinare agli sfollati, i magazzini, i bagni chimici, le docce, l’infermeria, la tenda per gli psicologi dell’infanzia, un ospedale da campo e due tende polifunzionali. Ogni giorno servivamo 1000 pasti”. Sporchia non riesce a nascondere l’impatto con la drammaticità degli effetti del sisma: “Ho fatto molte altre esperienze, Foligno, l’Umbria, il Friuli, ma questo dell’Aquila è stato davvero tremendo. Ho avuto modo di girare Onna e altri luoghi per distribuire materiale di prima necessità e sono stato impressionato dalla distruzione. Sembrava fosse avvenuto un vero e proprio bombardamento, un’esperienza che chi non è stato in quei luoghi non può assolutamente immaginare. Durante i nostri giri di perlustrazione ci è capitato di andare in alcune abitazioni fuori dai centri urbani e le persone che trovavamo non volevano niente, dicevano di essere a posto. Poi abbiamo scoperto che non avevano più nulla. Al che siamo ritornati in quelle zone con acqua, cibo, vestiti e scarpe, in modo da poter permettere loro di sopravvivere per alcune settimane. Nelle popolazioni colpite dal sisma ho potuto percepire una grande umanità, dignità e profondo senso di gratitudine nei confronti di tutto il personale volontario. Un nostro volontario non ce l’ha fatta a resistere di fronte a quelle oltre 200 bare – spiega commosso Sporchia – e quando ne ha trasportate alcune si è messo a piangere. Come per ogni sisma che ho visto mi aspetto molti altri turni nei mesi a venire. La ricostruzione non sarà né facile né rapida: rispetto a molti altri terremoti, però, devo dire che questo è stato certamente meglio gestito, vuoi per la freddezza con cui ha reagito lo Stato, vuoi per la maggior professionalità che la Protezione Civile ha acquisito nel tempo”.