A pochi giorni dal voto di ballottaggio che assegnerà la poltrona di Sindaco per la Milano dell'Expo si rimane sempre più perplessi dal clima e dai toni che stanno caratterizzando questa campagna elettorale. Dalle accuse (più ma soprattutto meno veritiere di attacchi fisici ai militanti) a tematiche che nessun vero milanese sente sulla propria pelle (gli zingari in questo momento sono l'ultimo dei problemi), sembra che nel centro-destra vi sia una quiete prima della tempesta. Il forte monito di Umberto Bossi che come Lega Nord chiede alcuni ministeri a Milano è ovviamente una provocazione difficilmente accettabile a livello nazionale, senza considerare che appare strano come il leader del partito che più ha criticato la 'Roma ladrona', venga a chiedere ministeri e quindi posti di lavoro per amici degli amici proprio nel capoluogo lombardo. Il ribaltamento dei valori sta letteralmente spiazzando l'opinione pubblica, che piuttosto che vedere piccole promesse di bottega vorrebbe capire come sarà la Milano del 2015 coi milioni di turisti (promessi) dall'Expo. Certo, domenica Letizia Moratti potrebbe ancora divenire sindaco, ma in caso venisse confermato il lanciatissimo Pisapia (che raccoglie sicuramente più un voto di protesta della classe borghese che non un vero e proprio riconoscimento personale), cosa succedere nel Pdl lombardo? Il 'caso Lassini' è stato solo un segnale, peraltro che potrebbe riaprirsi anche nel locale, di come i mal di pancia nel partito siano notevoli. In tanti, per così dire a 'microfoni spenti', hanno sorriso al vantaggio di Pisapia nel primo turno. La Lega Nord stessa, fortemente ridimensionata in ambito locale, probabilmente potrebbe cogliere 'al balzo' la caduta della Moratti per ritornare a rivendicare i temi più alla 'pancia' dei suoi elettori smarcandosi da alcune tematiche legate al premier Berlusconi che non convincono particolarmente la base. Il futuro politico italiano potrebbe sì cambiare tra pochi giorni, ma anche nel locale non sono esclusi 'terremoti'.