Alessandro Folli: “Il Consorzio ET Villoresi già al lavoro per mitigare il più possibile, in caso di grave carenza idrica, le ricadute negative sull’attività agricola”.
“Nessun allarmismo, ma certamente vogliamo lanciare un forte segnale di preoccupazione per la situazione attuale in tema di carenza idrica. La realtà dei bacini da cui trae acqua tutto il sistema dei nostri canali è davvero preoccupante”. È quanto sostiene Alessandro Folli, presidente del Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi, davanti ad una situazione che, quotidianamente, si fa sempre più difficile. Infatti, il calo verticale delle precipitazioni che, nell’ultimo mese, è misurabile nell’ordine del 75% rispetto alla media in un periodo importante per l’andamento colturale, sommato alle temperature sensibilmente sopra la media, registrate nel mese di aprile che hanno comportato lo scioglimento di un buon 70 cm del manto nevoso, fanno prevedere, quindi, una situazione di indubbia criticità. “La nostra rete irrigua – continua Folli - sino ad ora è riuscita a garantire l’irrigazione, ma col passare dei giorni i bacini naturali, rappresentati dal lago Maggiore e dal lago di Como, sono già molto sotto il normale livello idrometrico”. Il Consorzio favorisce una politica del prevenire piuttosto che del curare e per questo nell’ultimo Consiglio d’amministrazione sono stati attivati tutti gli accorgimenti per poter intervenire velocemente in caso di bisogno. Sul Canale principale Villoresi le ture di Arconate, Parabiago, Nova Milanese e Monza permetteranno una migliore bacinizzazione del canale consentendo, quindi, una gestione più razionale delle risorse idriche. Per gli altri canali, partendo dai Navigli, saranno realizzati interventi provvisori di bacinizzazione, per garantire una migliore distribuzione delle acque nel caso di importanti riduzioni delle quantità d’acqua derivate dai laghi. “Non potremo, purtroppo, risolvere completamente il problema – sottolinea ancora il presidente - ma senz’altro l’impegno sarà massimo per cercare di distribuire al meglio l’acqua che ci sarà. E’ evidente che, in caso di grave carenza idrica, le priorità rimangono l’acqua per l’agricoltura, per le centrali e solo, poi, tutti gli altri usi”. L’obiettivo è di evitare drastiche decisioni - come ad esempio la sospensione della navigazione lungo i Navigli - e fino all’ultimo si cercherà di conciliare tutte le esigenze multifunzionali dei canali ma, se sarà necessario, si dovranno effettuare scelte difficili per garantire l’uso prioritario delle acque disponibili. “E’ opportuno, comunque, sottolineare – conclude Folli – come queste difficoltà potrebbero essere superate rilanciando interventi strutturali per la realizzazione di ‘invasi’, capaci di trattenere le acque quando ci sono, evitando tra l’altro gravi conseguenze idrogeologiche sui centri abitati, per poi utilizzarle nei periodi di siccità”.