Si celebrata l’ultimo giovedì di gennaio, la Gioeubia rappresenta un momento di forte partecipazione popolare: in molti paesi feste con 'fantocci' e piatti tipici.
Nel cuore dell’inverno, il Varesotto si anima con la Gioeubia, un’antica tradizione che mescola folklore, comunità e riti propiziatori. Celebrata l’ultimo giovedì di gennaio, la Gioeubia rappresenta un momento di forte partecipazione popolare, dove il protagonista indiscusso è il falò, un simbolo di purificazione e speranza per il futuro. Le radici di questa tradizione affondano nei riti pagani di epoca precristiana, legati al ciclo agricolo e al passaggio dall’inverno alla primavera. Il falò, elemento centrale della celebrazione, serviva a scacciare il freddo e le avversità, preparandosi simbolicamente alla rinascita della natura. Con il tempo, il rito è stato assimilato dalla cultura cristiana, mantenendo comunque il suo carattere folkloristico. La Gioeubia è rappresentata da un fantoccio di paglia vestito con abiti vecchi, che simboleggia l’anno passato e tutto ciò che si vuole lasciare alle spalle. Il fantoccio viene bruciato durante il falò, accompagnato da canti, racconti e momenti di convivialità. In molti Comuni del Varesotto, la Gioeubia è un evento molto sentito, capace di unire generazioni e rafforzare il senso di appartenenza alla comunità. Paesi come Busto Arsizio, Gallarate e Saronno organizzano ogni anno grandi falò in piazze e parchi, coinvolgendo cittadini, associazioni e scuole locali. Nel territorio ricordiamo i grandi ‘fantocci’ che verranno allestiti in centro a Busto Arsizio, il grande falò della Pro Loco di Turbigo, la sfilata per le vie del paese ad Inveruno e il falò con cena tipica da asporto in Oratorio a Cuggiono.