C'è un dopo, che l’ha visto come maggior favolista italiano del Novecento, ma c’è anche un prima (per nulla o quasi conosciuto), che coincide con il periodo della giovinezza.
C'è un dopo, che l’ha visto come maggior favolista italiano del Novecento, ma c’è anche un prima (per nulla o quasi conosciuto), che coincide con il periodo che va dalla nascita, nel 1920, fino al compimento dei 23 anni, ultimo anno di insegnamento a Uboldo come maestro di scuola Elementare. Già, è un Gianni Rodari, alla fine, davvero inedito quello che rivive nello spettacolo ‘Io, il favoloso Gianni’, particolare racconto teatralizzato inframezzato da alcune tra le più belle e significative filastrocche, poesie e favole dello stesso Rodari e con sullo sfondo l’Italia e la scuola nel ventennio fascista. “L’idea è nata da un libro del 2020, che ha preso forma dal ritrovamento di un suo registro di classe e da una serie di interviste a persone, ancora viventi, che l’hanno conosciuto - racconta Alessandro Colombo, giornalista e scrittore - Da qui, dunque, si è cominciato a ragionare su come avremmo potuto portare quelle pagine appunto in scena e oggi finalmente ce l’abbiamo fatta. Che cosa vedranno, allora, gli spettatori quando si aprirà il sipario: un Gianni Rodari innanzitutto giovane, pertanto con i problemi e le caratteristiche dei ragazzi dell’epoca, e abbastanza inquieto. Ancora, eccolo passare dall’essere cattolico ad antifascista, fino a diventare comunista. È un percorso molto particolare, una parte di Gianni che la maggioranza delle persone non conosce assolutamente”.
LA "PRIMA VITA" DI GIANNI RODARI