Il comunicato dell'Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurali sul ritrovamento, nel Parco del Ticino, di un castoro.
Il Parco del Ticino il 18 dicembre scorso ha divulgato un comunicato stampa che spiega “Grazie alla segnalazione pronta ed efficace di un cittadino di Castelletto di Cuggiono, i Guardiaparco del Parco del Ticino hanno recuperato ieri un esemplare di Castoro gravemente ferito”. Mistero su come l'animale sia capitato lì. Ma prima ancora sarà bene ricordare che l'animale non è stato solo segnalato dal cittadino, ossia Andrea Azzimonti, ma pure catturato dallo stesso, su incarico verbale dei guardiaparco, tanto che gli hanno pure fornito una gabbia-trappola. Il tutto davanti a testimoni. Ma questo è compito appunto delle autorità, in tal caso si suppone dei guardiaparco. Loro dovevano farlo. E se Azzimonti si fosse schiacciato le dita con la grata che scatta della trappola e si chiude cadendo velocemente? E se il castoro lo avesse morsicato tranciandogli le dita o altro? Ricordiamo che il castoro ha un morso e incisivi tanto taglienti da abbattere grossi alberi, appunto a morsi. A qualcuno è sfuggito che nell'aprile 2023 sulle rive del lago Shestakov, in Bielorussia, un pescatore che stava filmando da vicino un castoro fu morsicato alla coscia morendo pochi minuti dopo per dissanguamento, nonostante i soccorsi di due amici? Insomma, fosse accaduto un infortunio o una disgrazia, chi avrebbe avuto la responsabilità? Mettere un cittadino non competente in una situazione di pericolo è normale?
Se quello stesso cittadino fosse stato trovato con una trappola in natura, e privo com'è di un'apposita autorizzazione e abilitazione, sarebbe incorso in un reato penale, bracconaggio. Ma se, a voce, gli si dice di farlo, allora va bene? Abbiamo cercato di contattare il responsabile dei guardiaparco per chiedergli chiarimenti, ma non si è reso disponibile, mentre lo è stata la gentile addetta stampa, che però non ci há fornito, per interposta persona, i chiarimenti richiesti.
Dal comunicato del Parco si potrebbe pensare addirittura che il castoro sia fuggito al Parco stesso, visto che c'è scritto “i Guardiaparco del Parco del Ticino hanno recuperato ieri un esemplare di Castoro”. Recuperato significa riacquistare il possesso di quanto si temeva perduto o distrutto, riprendere qualcosa precedentemente perduto, ritrovare... Ma il Parco del Ticino ha in corso un progetto autorizzato da ISPRA e Ministero dell'Ambiente di reintroduzione del castoro europeo? Perché se invece fosse stato scritto che i guardiaparco hanno preso in consegna o in custodia (il castoro) sarebbe una cosa, ben diversa da recuperato.
Andiamo al fatto: Andrea è titolare dello storico ristorante da “Bruno” di Castelletto di Cuggiono e possiede un vasto appezzamento. Gli piace anche fare escursioni nel territorio. Spiega: “In 42 anni in zona non ho mai visto, e neppure ho visto ora, segni di castori, chessò alberi abbattuti a morsi, dighe e altri segni caratteristici della presenza di castori. Quando l'ho visto vicino al mio ristorante alle 15,30 di martedì, sulla riva di una roggia, ho capito subito cos'era per via della coda piatta, a spatola, e così l'ho filmato, mentre telefonavo al 112, che mi ha passato prima i vigili del fuoco, poi i carabinieri forestali di Magenta che mi hanno detto che non era di loro competenza. Poi io e mia sorella abbiamo telefonato al Parco del Ticino, che ha inviato due guardiaparco, arrivati verso le 16,30”. Che l'avvistamento di un castoro, specie estinta in Italia da oltre 500 anni, avvenimento faunisticamente eccezionale, non sarebbe di competenza dei carabinieri forestali è cosa che quantomeno stupisce. Comunque, ai giustamente increduli guardiaparco Andrea ha provato la cosa, facendogli visionare i filmati e le foto. Si trattava proprio di un castoro.
L'animale innaturalmente tranquillo fino a prima, forse per via del dolore dato da una grave ferita all'occhio destro, entra in acqua e svanisce. Vano il sopralluogo di Andrea e dei guardiaparco, durato una mezzoretta. Vista l'eccezionalità del fatto si penserebbe che il Parco invii un'intera squadra h24 per monitorare o catturare l'esemplare, invece i due guardiaparco semplicemente gli danno una gabbia-trappola (senza nessuna esca) tipo quelle per volpi o nutrie, gli dicono di cercare di catturare l'animale e se ne vanno. Il giorno dopo Andrea e la sorella Marina vedono l'animale e usando ognuno una lunga asse creano una sorta di basso corridoio che porta alla gabbia aperta. E il castoro viene catturato. “Quando ho sollevato la gabbia con l'animale ho appurato che pesava molto, credo che il castoro pesasse una trentina di kg. Sono contento di averlo salvato, aveva una brutta ferita all'occhio. Non siamo eroi, io e mia sorella, però mi aspettavo almeno un grazie. Ma non mi ha telefonato né il presidente del Parco né altri. Anche i guardiaparco avevano uno strano atteggiamento, o magari erano solo basiti”. L'animale è stato portato per le cure veterinarie al Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU La Fagiana di Magenta.
Il castoro europeo (se l'animale catturato è di questa specie, e non dell'altra nordamericana) in Italia è sempre esistito, si suppone fino al XVII secolo in Pianura padana, estinguendosi infine a causa della caccia per la carne e pelliccia (incluso il castoreum o castoreo, prodotto da apposite ghiandole e usato per la profumeria e altro) nonché a causa della perdita dell'habitat provocato dalla regimazione dei corsi d'acqua. L'ultimo abbattuto in Italia, di cui si abbia notizia certa, risale al 1594 nelle vicinanze di Versciaco di Sopra, frazione del comune di San Candido nell'attuale Provincia autonoma di Bolzano. Pesava 25 kg. A fine novembre del 2018 fu confermata la presenza del castoro nel comune di Tarvisio, in Friuli-Venezia Giulia. Giunto autonomamente, in modo naturale, dalla vicina Austria, dove è presente stabilmente. Nel novembre 2020 fu avvistato un esemplare in Val Pusteria, Alto Adige. Ma a luglio 2021 furono scoperti esemplari anche in Toscana, nelle province di Arezzo, Grosseto e Siena, e ancora nelle Marche e Umbria, sicuramente reintrodotti da ignoti illegalmente perché i castori arrivando dalla zona più vicina ossia il Tarvisiano, avrebbero dovuto volare per non lasciare tracce nei 530 km di percorso.
Alla fine del 2023 il castoro apparve nella riserva naturale di Fondotoce, a Verbania. Potrebbero essersi riprodotti e quindi spostati autonomamente da Fondotoce a Castelletto di Cuggiono, oltre 85 km? Pare strano, poiché lungo il fiume Ticino e limitrofi corsi d'acqua avrebbero dovuto lasciare evidenti segni della presenza come dighe e alberi abbattuti, che però nessuno ha visto. Qualcuno sta tentando di introdurre illegalmente castori anche nel Parco del Ticino? Probabile. Del resto non dimentichiamo che sul sito del WWF svizzero si comunica che loro attivisti liberarono illegalmente nel 1968 sette castori norvegesi, con tanto di fotografia (https://www.wwf.ch/it/specie/castori-fedele-roditore). Austria e Svizzera sono state colonizzate quasi ovunque possibile.
Nel Parco del Ticino potrebbero esserci più esemplari? Possibile, e se sì questo potrebbe spiegare la grave ferita all'occhio dell'esemplare catturato. Circa un terzo dei castori che ogni anno cercano il loro territorio vengono uccisi a morsi in primavera durante lotte territoriali con i conspecifici. Il periodo degli amori si verifica tra gennaio e marzo, ma per via del clima ormai cambiato potrebbe essere anticipato. Il castoro, dove reintrodotto, ha causato danni ingenti, aumentando molto. Si consideri che dai circa 1.200 esemplari rimasti in totale nel XX secolo in Europa – nel delta del Rodano in Francia, nell'Elba in Germania, nel bacino del Dnepr in Bielorussia e in alcune zone umide della Norvegia meridionale – grazie alle reintroduzioni in ventidue stati e alla protezione salirono nel 2006 a circa 640.000, e a oltre 1.220.000 esemplari nel 2020. In pratica, in un secolo la popolazione è aumentata di mille volte. Si tratta di una specie utile all'ambiente – ma gli agricoltori la pensano diversamente a causa dei danni causati – ed è inserita tra le specie protette indicate dalla Direttiva Habitat, tuttavia in alcuni stati, inclusi quelli che lo hanno reintrodotto, è gestito anche con l'abbattimento mentre in altri è cacciabile. Resta da vedere però se in Italia il mondo animalista accetterebbe l'abbattimento, visto che persino gli ormai numerosissimi lupi e orsi alpini, addirittura dopo attacchi all'uomo, paiono per loro intoccabili.