Quando la scrittura, la storia e la musica si mischiano assieme, diventando praticamente una cosa sola. Le emozioni, poi, che inevitabilmente faranno capolino nella testa, quasi a riportare il lettore e i presenti indietro nel tempo. Là, allora, alla Biblioteca Umanistica dell’Università degli Studi di Firenze, venerdì 25 ottobre, ecco un appuntamento che è molto di più di una presentazione.
Quando la scrittura, la storia e la musica si mischiano assieme, diventando praticamente una cosa sola. Le emozioni, poi, che inevitabilmente faranno capolino nella testa, quasi a riportare il lettore e i presenti indietro nel tempo. Là, allora, alla Biblioteca Umanistica dell’Università degli Studi di Firenze, venerdì 25 ottobre, ecco un appuntamento che è molto di più di una presentazione. Da una parte, infatti, Massimo Mori, l'autore del libro 'Assolo Corale per le Giubbe Rosse', dall'altra Ahmed Ben Dhiab, pronto a conquistare tutti con le sue note, e anche Ernestina Pellegrini e Federico Fastelli (entrambi dell'Università di Firenze). E proprio lo storico locale fiorentino di piazza della Repubblica (appunto 'Le Giubbe Rosse') sarà l'indiscusso protagonista, con i suoi tanti ricordi delle persone che ne hanno fatto parte fin da quando è stato fondato nel lontano 1897. Un caffè che ospitava un circolo scacchistico dove sarebbero passati diversi appassionati di scacchi: Vladimir I, Lenin, e anche poeti ed intellettuali tra i quali Gordon Craig, André Gide, Medardo Rosso. Ma la sua importanza è legata all'epoca del Futurismo e di Lacerba, de La Voce e del Leonardo, quando è diventato il più vivace cenacolo letterario e artistico di Firenze. È stato teatro per esempio della rissa tra i futuristi milanesi di Marinetti e gli artisti fiorentini raccolti intorno alla rivista 'La Voce', sulla quale Ardengo Soffici pubblicò un articolo che attaccava i rivali futuristi. E ha mantenuto questo carattere fino all'ultima guerra, quando ai suoi tavoli si incontravano i rappresentanti dell'Ermetismo, attorno a Eugenio Montale, e i giovani pittori fiorentini, intorno a Ottone Rosai e Primo Conti. Caffè letterario per eccellenza, dagli anni della sua nascita a oggi ha visto sedere ai suoi tavolini personalità quali Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Aldo Palazzeschi, Dino Campana, Elio Vittorini, Tommaso Landolfi, Antonio Bueno, Silvio Loffredo e molti altri. Fino alla soglia degli anni duemiladieci aveva le pareti interamente coperte da foto, disegni e memorie dei suoi celebri frequentatori. Un locale, alla fine, che fa rima con storia e che è e rimarrà per sempre un punto di riferimento.