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Milan, da Pioli a Fonseca: come cambia il modo di giocare

Un confronto tra l'ex allenatore rossonero e quello attuale. Analizzando soprattutto i moduli e gli schemi di gioco.

Stefano Pioli è stato l’ultimo allenatore capace di portare lo scudetto in casa Milan e al momento, pur non essendo alla guida dei rossoneri, ha ancora un contratto in essere fino a giugno 2025. A guidare il Diavolo per la stagione 2024/2025 si trova Paulo Fonseca: sulla carta pronto a rimanere fino al 2027 ma nella realtà la panchina appare traballante già dopo una manciata di mesi dal suo esordio.

Il grande elemento di differenza tra i due allenatori è il cambio di modulo: dal 4-3-3 targato Pioli si è passati ad un 4-2-3-1. La filosofia di gioco tra i due tecnici è però molto simile e ciò sottolinea la volontà della dirigenza del Milan di proseguire su quanto tracciato in precedenza da Pioli. Nella passata annata il ruolo di unico terminale offensivo era nei piedi di Giroud, ad oggi si può parlare di staffetta tra Morata ed Abraham. Se però lo spagnolo ha convinto fin da subito, lo stesso non si può dire dell’attaccante inglese, attorno a cui circolano già le prime voci di un mancato riscatto al termine della stagione in corso. Un aspetto in continuità con la passata stagione sarebbe dovuto essere la capacità di creare superiorità numerica soprattutto nelle corsie laterali, ma in questi primi mesi di campionato si paga a caro prezzo la discontinuità di Leao, sulla carta l’uomo di maggior talento della rosa rossonera.

In questa prima parte di stagione la vera differenza l’ha fatta invece Pulisic, capace di giocare in praticamente ogni area del fronte offensivo, a cui aggiunge una buona qualità nel dribbling e soprattutto un’ottima capacità realizzativa. Si sono distinti per demeriti i due uomini simbolo del Milan, lo stesso Leao da un lato ed Hernandez dall’altro. I due si sono resi protagonisti di uno spiacevole episodio a inizio settembre in cui, in una fase di sosta del gioco (si era nel pieno del cooling break), non si sono avvicinati alla panchina di Fonseca, che stava dando indicazioni alla squadra. Il fatto è stato minimizzato dallo stesso allenatore portoghese a fine partita, ma non occorre essere tra gli osservatori più attenti per accorgersi di una spaccatura interna

Alla poca concretezza degli uomini simbolo, si aggiunge alla lista dei punti deboli la tenuta difensiva. Anche a questo proposito la scelta di cedere in prestito Kalulu alla Juventus desta qualche perplessità. Nelle prime 7 giornate di campionato il Diavolo ha subito ben 9 reti, certificando una differenza abissale proprio con i bianconeri ad esempio, fermi ad un solo gol subito. Passando in rassegna i pronostici di inizio stagione, quelli redatti da coloro che conoscono le statistiche della Serie A ed utilizzano abitualmente siti come ilGiocatoreOnline per le comparazioni, tutti erano concordi nell’ipotizzare il Milan in una posizione di classifica più elevata rispetto all’attuale sesto posto. A maggior ragione se si considera la partenza a rilento di dirette concorrenti come l’Atalanta e la Roma, rispettivamente all’ottavo e nono posto dopo 7 giornate. L’obiettivo minimo dichiarato resta la qualificazione alla prossima Champions League e per questo il quinto posto sarebbe sufficiente, ma le ambizioni dei rossoneri non possono non guardare quantomeno al podio.

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