Al contrario di quanto si potrebbe pensare, questi mazzi non vengono utilizzati solo in Lombardia. Nel tempo sono riusciti a ritagliarsi uno spazio importante nel settore dell'intrattenimento.
Le carte milanesi sono alcune delle più diffuse carte da gioco regionali italiane. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, questi mazzi non vengono utilizzati solo in Lombardia. Sebbene le carte napoletane continuino a rimanere tra le più diffuse al di là di quelle francesi, anche le carte milanesi sono riuscite nel tempo a ritagliarsi uno spazio importante nel settore dell’intrattenimento, divenendo persino un elemento identificativo della cultura meneghina.
Caratteristiche
Le carte milanesi presentano gli stessi semi delle carte francesi, ma hanno una forma più stretta e misurano in tutto 50 x 94 mm. Le carte del mazzo sono 40 e le figure si distinguono per una divisione orizzontale. L’attenzione e la cura verso lo stile è notevole e si evince già dalla bordatura interna di tutte le unità del mazzo. Questo tipo di carte è diffuso nelle principali città lombarde e in Valtellina. Negli anni ne sono state prodotte alcune varianti leggermente differenti, come dimostrano le raffigurazioni non sempre visibili su alcune singole carte. Ad esempio, su alcuni mazzi il fante di fiori reca sul petto il simbolo del biscione visconteo. Le carte milanesi vengono erroneamente definite anche come “lombarde”, ma in realtà nella stessa regione circolano anche i mazzi bergamaschi e bresciani, che adottano i semi italiani.
Storia
Nel nostro Paese le carte da gioco hanno fatto la loro apparizione tra il XIII e il XIV secolo grazie agli spagnoli, che a loro volta avevano importato nella penisola iberica i naibi, cioè delle carte tipiche degli arabi Mamelucchi. Furono queste a utilizzare per prime i semi definiti oggi di tipo “spagnolo”. A Milano le carte venivano già impiegate volentieri a scopo di intrattenimento presso la corte di Gian Galeazzo Visconti. Si narra che sua figlia, in occasione del matrimonio, portò in dote un mazzo di “carte di Lombardia” e che suo figlio Filippo Maria aveva commissionato al proprio precettore un non meglio precisato “mazzo degli dèi”. Da quel momento in avanti comparvero così sempre più mazzi di carte diversi, ma il più iconico a livello storico rimane probabilmente il “mazzo Colleoni”, conosciuto anche come il mazzo dei “Tarocchi dei Visconti”, che diventò il modello per tutti quelli a venire. Solo 400 anni più tardi, però, le carte milanesi ottennero uno standard più definito. I disegni ufficiali delle carte moderne sono ispirati a quelli di Teodoro Dotti.
Giochi
Per mezzo delle carte milanesi è possibile imbastire partite ai più classici giochi conosciuti, come la Scopa, la Briscola e il Tresette. Non ci sono particolari limitazioni e chi sa come si gioca a Solitario può farlo comodamente anche con le carte lombarde. Sono in particolare alcune versioni alternative della Briscola a vedere però un utilizzo massiccio dei mazzi milanesi. La Briscola Cinquecento, nota anche come Marianna, prevede la stessa scala di valori delle carte del gioco tradizionale, ma le accoppiate di re e cavalli dello stesso seme formano le cosiddette “Marianne”, che permettono di accumulare più facilmente e più rapidamente punteggi superiori. Il Ciapanò, invece, è una variante del Tressette in cui si gioca praticamente a perdere. Per vincere, infatti, bisogna conseguire il minor quantitativo possibile di punti, rinunciando alle prese e provando a destinare le carte dal valore più elevato agli altri giocatori.