E’ in programma il 5 ottobre all’alba, dalle 6.45 alle 7.30, ai Giardini Indro Montanelli (pressi Monumento a Luciano Manara) il concerto di musica classica aperto al pubblico, eseguito dai musicisti dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, per rendere visibile l’impatto dei tumori del sangue e i progressi fatti dalla ricerca scientifica in area onco-ematologica.
E’ in programma il 5 ottobre all’alba, dalle 6.45 alle 7.30, ai Giardini Indro Montanelli (pressi Monumento a Luciano Manara) il concerto di musica classica aperto al pubblico, eseguito dai musicisti dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, per rendere visibile l’impatto dei tumori del sangue e i progressi fatti dalla ricerca scientifica in area onco-ematologica, parte della campagna #SavingTime. Più tempo grazie alla ricerca sui tumori del sangue, prima iniziativa di Lilly nell’area ematologica.
Con il patrocinio di Fondazione GIMEMA – Franco Mandelli Onlus, AIL – Associazione Italiana contro le leucemie, linfomi e mielomi e Lampada di Aladino ETS, #SavingTime porterà la musica classica fuori dai confini consueti, in luoghi all’aperto, rendendola metafora della ricerca scientifica: così come la musica classica tradizionalmente confinata in teatri e sale da concerto, viene portata all'esterno annunciando nelle piazze italiane la nascita di un nuovo giorno, la ricerca scientifica, risultato dell’armonica collaborazione tra più professionisti, acquisisce valore quando esce dai laboratori ed entra nella vita quotidiana delle persone. I brani eseguiti durante i concerti diventeranno una playlist, disponibile su Spotify, che accompagnerà pazienti e caregiver nelle sale d'attesa dei reparti di ematologia degli ospedali, regalando loro momenti di conforto.
“La ricerca in ematologia, in cui l’Italia gioca un ruolo di primo piano, ha compiuto dei progressi straordinari che hanno portato a un vero e proprio cambio di paradigma. Oggi, fortunatamente, le leucemie, i linfomi e i mielomi sono quasi sempre curabili e pertanto, le aspettative di vita così come i tassi di guarigione, sono aumentati – commenta Paolo Corradini Presidente SIE - Società Italiana di Ematologia Direttore della Divisione di Ematologia, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Cattedra di Ematologia, Università degli Studi di Milano – Grazie all’innovazione possiamo, infatti, giungere a una diagnosi più precisa e accurata, che ci permette di indirizzare l’approccio terapeutico in maniera personalizzata sulla storia clinica del paziente andando, così, a controllare adeguatamente la malattia a vantaggio di una buona qualità di vita della persona. E questo è un grande successo, impensabile fino a qualche tempo fa”.
I tumori del sangue, suddivisi in linfomi (48%), leucemie (33%) e mielomi (19%)1, sono un gruppo eterogeneo di malattie che colpiscono il sistema linfatico, le cellule del midollo osseo e il sistema immunitario. In Italia le persone con una neoplasia ematologica sono 500.000 e ogni anno si registrano 30mila nuove diagnosi, posizionandosi al quinto posto in termini di incidenza2. Freddi numeri, dietro cui ci sono persone – pazienti e i loro caregiver – che lottano quotidianamente per una buona qualità di vita, in assenza di una cura definitiva.
Oggi il trattamento delle neoplasie ematologiche si avvale di soluzioni farmacologiche appartenenti a diverse categorie (chemioterapici, anticorpi monoclonali, immunomodulanti, inibitori del proteasoma, inibitori delle tirosin-chinasi, immunoterapia cellulare), terapie che nel tempo hanno permesso di accrescere, da un lato i tassi di guarigione e, dall’altro, l’aspettativa di vita. Per il futuro, le innovazioni scientifiche più rilevanti puntano a rispondere ai bisogni ancora insoddisfatti di quei pazienti che hanno accesso ad un ventaglio ancora estremamente limitato di opzioni di trattamento.
I progressi scientifici raggiunti in ematologia hanno modificato radicalmente i percorsi di cura, l’aspettativa di vita e le esigenze di presa in carico. L’innovazione terapeutica e la disponibilità di seconde e terze linee di trattamento, ci permettono di tenere sotto controllo anche per un lungo periodo di tempo la malattia. Sebbene questo non rappresenti ancora la guarigione, rappresenta comunque una grande conquista a favore di una buona qualità di vita per il paziente –– commenta Alessandra Tedeschi, Dirigente medico Divisione Ematologia Asst Grande Ospedale metropolitano Niguarda Milano - Persistono tuttavia dei bisogni terapeutici da colmare, ma, forti dei traguardi raggiunti ad oggi, guardiamo positivamente al futuro attendo l’arrivo di nuove soluzioni terapeutiche in grado di colmare questo gap”.
Personalizzazione della cura, terapie sempre più avanzate ed efficaci, riduzione degli effetti collaterali, aumento dei tassi di guarigione e delle aspettative di vita sono quindi gli indirizzi della ricerca, con l’obiettivo ultimo di migliorare significativamente la qualità di vita del paziente che non solo convive con la patologia e i suoi sintomi, ma anche con il relativo carico emotivo e psicologico.
La diagnosi di un tumore del sangue impatta in modo significativo sulla vita del paziente che spesso è costretto a cambiare la propria quotidianità e quella della propria famiglia a causa dei periodi prolungati di ospedalizzazione, dei complessi percorsi di cura, dell’isolamento fisico dovuto all’immunodepressione, della difficoltà di reinserimento in ambito sociale e lavorativo. La prospettiva, che arriva dalla ricerca scientifica, di un periodo di vita più lungo grazie a un trattamento che terrà la malattia in secondo piano, rappresenta una fonte di fiducia per i pazienti di fronte all’attuale incertezza.
“Il nostro impegno nella ricerca di farmaci innovativi in area oncologica è iniziato 50 anni fa ed oggi si è esteso alle patologie del sangue, ampliando così le nostre competenze – sottolinea Elias Khalil Presidente e Amministratore Delegato Lilly Italy Hub - Entrare in area ematologica per noi significa dare più tempo ai pazienti, più tempo di qualità per vivere la propria vita, anche a quelli colpiti da malattie poco riconosciute e che fino a ieri non avevano l'opportunità di vivere la propria vita pienamente fino alla fine. Ci auguriamo che i progetti di ricerca attualmente in corso possano confermare l’efficacia e la sicurezza dei farmaci in studio e dimostrare benefici significativi per i pazienti rispetto alle terapie oggi disponibili”.