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Sociale, Castano Primo

Non possiamo fare a meno del terzo settore

Un numero sempre maggiore di ambiti della nostra vita dipendono ora dal sociale. Il terzo settore cresce in competenza, capacità e possibilità economiche anno su anno.

Lo spunto, questa volta, arriva dalla Francia dove sono in corso le paralimpiadi. Approfondendo la storia di questa manifestazione, scopriamo quanto sport e disabilità siano legate al nostro Paese e alla figura di un italiano, considerato il padre delle paralimpiadi. Il Dott. Antonio Maglio è ritenuto, a ragione, una delle pietre miliari della storia del terzo settore a livello internazionale. I suoi sforzi hanno portato alla prima paralimpiade, quella di Roma 1960. La base della sua visione della disabilità e del contesto sociale in termini più ampi ha rappresentato il primo passo verso il mondo che oggi conosciamo. Disabilità e fragilità collocate in un contesto di crescita occupano e occuperanno un ruolo importante nella vita di ciascuno di noi. Oggi, sul nostro territorio, il numero di cooperative sociali e di associazioni che gestiscono servizi cresce sempre di più. Gli esempi si sprecano, ne cito uno, auditorium Paccagnini a Castano Primo è gestito da una cooperativa, Il Fiore che Ride, che è modello di un’evoluzione lenta ma costante. Il terzo settore cresce in competenza, capacità e possibilità economiche anno su anno. Ciò avviene perché sempre più fondi vengono messi a disposizione di questi progetti, ma anche perché sempre più persone scelgono di valorizzare, a pari qualità, l’opzione con una ricaduta sociale più forte. Proprio da qui ristoranti, teatri, realtà produttive, uffici e progetti gestiti interamente da enti del terzo settore. Il nostro territorio è tra i primi in termini di realizzazione di tali progetti. Credo sia importante, giorno dopo giorno, prestare attenzione a quante di queste realtà incrociamo nella quotidianità delle nostre azioni. Facendolo ci accorgeremmo di quanto il terzo settore sia sempre più pilastro e sostegno delle nostre sfere sociali, amministrazioni, attività quotidiane e momenti ricreativi. La prova schiacciante di quanto questo cambiamento sia in atto è la scelta, sempre più frequente, di redigere il bilancio sociale da parte delle aziende. Scegliere di raccontare l’impatto sociale che una realtà profit ha sulla collettività la rende in tutto e per tutto orientata verso le dinamiche del sociale e del terzo settore. Per tutto questo non possiamo più fare a meno del terzo settore.

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