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Inchieste, Territorio

Strada nuova, vecchi problemi

Il punto ad un anno dall'inaugurazione della Boffalora Malpensa

Marzo 2008 - Inaugurazione della bretella autostradale Boffalora - Malpensa. Ad un anno di distanza da quella domenica di inizio primavera siamo andati a vedere com’è la situazione sull’importante infrastruttura e per capire, soprattutto, quali cambiamenti, positivi o negativi, questa opera ha portato al nostro territorio. Quello che ci siamo trovati a ripeterci in questi 12 mesi, molte volte proprio percorrendo quel tratto di strada che, dallo svincolo ‘Oleggio - Busto Arsizio’, all’altezza della rotonda che collega con Lonate Pozzolo, conduce al casello autostradale di Marcallo - Mesero, dell’A4 Milano - Torino è come, certamente, la Boffalora - Malpensa sia un’opera importante e significativa per l’intera zona, ma, nel contempo, forse, poco utilizzata rispetto alle previsioni iniziali. Colpa di quanto è accaduto all’Aeroporto di Malpensa, ha dichiarato qualcuno, o del fatto che, magari, il nostro territorio non aveva poi la necessità di una simile bretella, hanno ribadito altri. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione. Quello che, però, ci sentiamo di dire, non solo come organo di informazione, ma, soprattutto, come cittadini del territorio che si trovano ad utilizzare la ‘Boffalora - Malpensa’ è che, giusto un’infrastruttura per lo sviluppo di questa area e per facilitare e rendere ancor più scorrevoli i collegamenti, però senza dimenticarsi di tutto ciò che le sta attorno. Diverse sono, infatti, le segnalazioni che ci sono arrivate. Ci hanno parlato delle strade interne e di collegamento tra le varie cittadine dissestate. O ancora della segnaletica, in alcuni tratti, mancante, di guard rail danneggiati ormai da diversi mesi. Ma non sono, però, solo le arterie viabilistiche che ruotano attorno alla bretella autostradale ad essere criticate. Anche sulla stessa Boffalora - Malpensa abbiamo trovato alcune significative ‘pecche’. Stiamo parlando di porzioni di terra franate a causa delle copiosi pioggie o le infiltrazioni dell’acqua sui muri delle gallerie. Va bene, quindi, lo sviluppo infrastrutturale, ma senza dimenticarsi del territorio in cui viviamo e, quotidianamente, ci rechiamo per lavoro.

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