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Il Don Giovanni di Mozart

Arriva al Teatro Condominio la Rete Lirica della provincia di Varese con l’opera prodotta da Giorni Dispari Teatro e InOpera Factory. Sul palco molti interpreti e musicisti under 30 di talento e un profondo legame con la città.
Cultura - Il Don Giovanni di Mozart

È un Don Giovanni contemporaneo, giovane e radicato nel territorio quello in programma domenica 12 febbraio (ore 16) al Teatro Condominio di Gallarate. L’opera di Mozart è inserita nella Rete Lirica della provincia di Varese ed è prodotta da Giorni Dispari Teatro e InOpera Factory, con il sostegno di Fondazione Cariplo e Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, in collaborazione con associazione Ma.Ni., Filmstudio 90 e Orchestra Canova. «Proseguiamo nel progetto di far tornare l’opera lirica protagonista della scena culturale della provincia di Varese con una proposta dedicata ai giovani dalla lettura moderna», spiega Serena Nardi, direttrice artistica di Rete Lirica e regista del Don Giovanni.

In attesa delle due opere di Giancarlo Menotti “The Telephone” e “The Medium”, in programma il prossimo 3 marzo al Teatro Nuovo di Varese, il Don Giovanni si presenta con tre elementi caratteristici: i giovani, l’attualità e il territorio. Spiega Nardi: «È un’opera pensata per i giovani e messa in scena per lo più da giovani di grande talento. Tra gli interpreti, i musicisti e i coristi ci sono moltissimi under 30: il maestro Enrico Saverio Pagano, 27enne già segnalato da Forbes nel 2021 tra i cento giovani under 30 leader che cambieranno l’Italia, l’Orchestra Canova composta da musicisti che hanno in media 26 anni e tra le più prestigiose orchestre giovanili europee, il baritono Giacomo Nanni (Leporello) classe 1996, il tenore Massimo Frigato (Don Ottavio) classe 1995, fino ai coristi e ad alcune studentesse di Brera impegnate come aiuto scene e aiuto costumi».

Il tema dell’attualità è affrontato nella messa in scena voluta dalla regista. «Questo Don Giovanni presenta un allestimento moderno, volutamente ambientato ai giorni nostri. Vogliamo far comprendere l’attualità dell’opera lirica e di questa opera di Mozart in particolare. Nonostante siano passati 236 anni dalla sua prima rappresentazione, se c’è un tempo storico-sociale perfetto per raccontare Don Giovanni, secondo le potenzialità massime che può esprimere questa opera, è proprio il nostro». Prosegue Nardi: «È un Don Giovanni che vive di vita nuova, non più legato a un cliché storico. È tormentato, con un’eccessiva smania di vita che non è nient’altro che l’espressione del suo malessere interiore. Don Giovanni diventa simbolo di una riaffermazione dell’uomo, dove il suo disagio è anche il nostro disagio sospeso tra il “non sentirsi” e il “sentirsi troppo”, tra il rifiuto del conformismo e la compiacenza verso gli altri». In questo Don Giovanni, Nardi racconta «una società contemporanea deformata e deformante, di labirinti fisici e metafisici in cui ci perdiamo e ritroviamo continuamente, di specchi in cui ci cerchiamo con ansia per riscoprirci altro da noi, o riconoscerci, errando tragicamente, attraverso il punto di vista di chi ci guarda (e ci vede) per quello che non siamo o non vorremmo essere».

Non certo ultimo, il territorio è vivo e presente nel Don Giovanni che Nardi mette in scena a Gallarate. «Non è solamente un’opera prodotta interamente da una realtà varesina, ma ha in sé diversi collegamenti proprio con la città di Gallarate. Infatti di Gallarate è proprio il coro Musica et Ludus, della corale Arnatese, diretto da Monica Balabio; inoltre l’orchestra Canova non è solamente una delle più giovani e promettenti orchestre nazionali, ma ha mosso i suoi primi passi proprio da Gallarate, con il nome di orchestra Pizzetti, sempre sotto la guida del maestro Pagano».

Al fianco della regista, c’è ancora una volta la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. «Come già avvenuto in occasione della prima di quest’opera nel 2019, come per la Tosca di Puccini e per il Varese Estense Festival Menotti, il nostro istituto ha voluto essere al fianco di chi ha di fatto aperto nel Varesotto una nuova via del genere operistico: radici locali con giovani protagonisti», ricorda Diego Trogher, vicepresidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. «Il dare spazio ai giovani attraverso la valorizzazione delle loro passioni, la volontà di produrre cultura partendo dal territorio e la scelta di attualizzare la lirica inserendola in un contesto educativo sono gli elementi che rappresentano il progetto di Rete Lirica e questa opera in particolare, facendone delle iniziative uniche, e che dimostrano effettivamente come la cultura può far crescere un territorio».

Per informazioni e biglietti: www.teatrocondominio.it/dongiovanni.html

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